Busto, il ruolo dei colleghi poliziotti nell’arresto dell’ispettore Cozzolino

BUSTO ARSIZIO Passano i giorni ma il clima, nel commissariato di Polizia di Busto Arsizio, rimane pesante. L’arresto di un ispettore, sorpreso con una mazzetta chiesta per rilasciare un permesso di soggiorno, ha lasciato l’amaro in bocca ai tanti colleghi dell’uomo, che lavorano quotidianamente per rendere la città più sicura.

La paura è che l’episodio, doloroso e delicato, possa gettare discredito sul lavoro dei colleghi onesti, anche se non si può nascondere che un ruolo importante, nelle indagini e nell’arresto, sia stato giocato proprio dal commissariato di via Candiani.

Se a portare in carcere l’ispettore Cozzolino sono stati gli uomini della Mobile di Varese diretta da Sebastiano Bartolotta, è però chiaro come questi abbiano ricevuto un aiuto, nelle indagini, da alcuni degli agenti che lavorano ogni giorno a Busto sotto la direzione di Giovanni Broggini.

Un compito ingrato, quello di indagare sull’operato di un collega. Un lavoro, però, di cui bisogna rendere merito alla Polizia di Busto, che ha saputo svolgere il proprio dovere, anche se in questo caso era decisamente doloroso.

Molti nel commissariato di via Candiani erano ovviamente all’oscuro di tutto, ma c’è chi ha lavorato per permettere l’arresto di mercoledì pomeriggio. Quel giorno l’ispettore Luigi Cozzolino, capo dell’ufficio immigrazione del commissariato di Busto Arsizio, è stato sorpreso con i 500 euro che una donna della Costa d’Avorio gli aveva appena dato. Era la seconda tranche di una mazzetta da 3.500 euro che, secondo gli inquirenti, l’ispettore capo avrebbe chiesto all’ivoriana per risolvere alcuni problemi burocratici che erano sorti sul permesso di soggiorno della madre.

Cozzolino si trova ancora in carcere a Busto Arsizio: questa mattina verrà sentito dal gip Patrizia Nobile nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Molte le questioni che rimangono ancora aperte e le domande a cui gli inquirenti stanno cercando di dare una risposta. Qual è il motivo che ha spinto il poliziotto, molto conosciuto in città e impegnato a Busto da più di vent’anni, a chiedere la tangente? Quella scoperta mercoledì pomeriggio era la prima volta che l’ispettore si faceva dare dei soldi in cambio di un permesso di soggiorno, o si trattava di richieste avanzate anche in passato?

Un episodio, quello dell’arresto in commissariato, che spinge a mantenere alta l’attenzione, perché casi di questo tipo si possono verificare in ogni contesto: anche in quelli che, per loro natura, dovrebbero essere meno esposti.

Tiziano Scolari

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