Busto, le future matricole esplorano l’istituto cinematografico Antonioni

BUSTO ARSIZIO Il primo punto a proprio favore l’Istituto cinematografico Michelangelo Antonioni lo segna senza sforzo. Lo splendore di Villa Calcaterra, rimessa a nuovo, è un biglietto da visita che conquista al primo sguardo. Il secondo deriva dalla constatazione che qui a fare cinema si insegna per passione. Questa settimana la scuola ha accolto un gruppo di preiscritti al nuovo anno accademico, per una speciale “summer class”: due giorni di lezioni dimostrative su sceneggiatura, regia, recitazione e direzione della fotografia, un assaggio di quello che attende gli allievi nei prossimi tre anni.

La prima impressione delle future matricole? «Perfetta – esclama senza esitare Veronica Penserini, arrivata da Reggio Emilia – ho conosciuto la scuola su internet, mi interessano i corsi di regia e sceneggiatura». Per nulla scoraggiata dal periodo di crisi economica: «È proprio questo il momento per seguire l’istinto». Ritiene uno stimolo la possibilità di diventare una regista, in un ambiente a prevalenza maschile, perché «c’è bisogno di ampliare il punto di vista».

Simone Brazzorotto, varesino di Crosio della Valle, ha scritto la sceneggiatura per un cortometraggio e fatto qualche esperienza a teatro, come attore: «Mi piace inventare storie e mostrarle agli altri. Sono preciso, il pubblico deve vedere quello che voglio io».

Appassionato di cinema a 360 gradi, con il sogno di stare dietro alla macchina da presa, Massimiliano D’Angelo, di Venegono Superiore, spiega che è non è stato semplice trovare una scuola simile, «dove si mette subito in pratica quello che si studia».

«Sono qui perchè mi ha colpita lo slogan della scuola, “Fai della passione una professione” – confessa Viola Folandor, di Bedero Valcuvia – e sono rimasta impressionata dalla preparazione degli insegnanti. Sceglierò il corso di regia, che offre il ventaglio più ampio di possibilità».

In comune questi giovani – dopo poche ore insieme sembrano già amici – hanno naturalmente l’amore per il grande schermo e l’entusiasmo, indispensabili per gli anni di studio e di gavetta che li attendono.
Andrea W. Castellanza, direttore dell’Istituto, ha fatto da guida e risposto a tutte le curiosità, tranquillizzando perfino i ragazzi: «Temono la difficoltà del test di ammissione, soprattutto della parte scritta. Ho cercato di rassicurarli, spiegando che ciò che conta soprattutto è la motivazione. Ignorare alcuni aspetti tecnici è normale, l’accademia serve a questo». Appuntamento il 28 settembre, per sapere chi di loro potrà provare a costruirsi un futuro “spettacolare”.

Emilia Carnaghi

s.affolti

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