VARESE Umberto Bossi, nel giorno dell’elezione di Roberto Maroni, ha avuto la sua “Curva Nord”. Ben due striscioni, uno con la scritta “Busto è con Bossi” e invece l’altro con “Un solo capo Bossi”, provienti dalla Lombardia e nello specifico il primo dalla provincia di Varese, la reguzzoniania Busto Arsizio. E altri due dal Veneto: “Bossi solo con te”, “Il Veneto solo con te”. I bossiani di Varese insomma non si sono tirati indietro nemmeno nel giorno del cambiamento definitivo, dell’elezione di Maroni alla segreteria federale, portando il loro sostegno a Bossi, per loro capo indiscusso. Del resto, già una settimana fa, all’inaugurazione della sezione della Lega Nord di Brebbia, il consigliere regionale Giangiacomo Longoni aveva dichiarato durante il suo discorso pubblico che per lui «ci sarà sempre e solo un segretario federale, Umberto Bossi».Da qui anche l’attaco che il Senatùr ha rivolto, durante il suo discorso, «a chi alzava le scope». Vedendo gli striscioni ha tirato fuori il suo vecchio spirito guerriero e ha cercato di far
pesare nuovamente la sua parola. Ma senza ottenere, a parte la sua tifoseria fedele, il successo sperato. A far capire che la giornata, per i bossiani, è stata di quelle da dimenticare, è la faccia del senatore Giuseppe Leoni che, dopo l’elezione di Maroni, quando il neosegretario pronuncia il suo discorso da vincitore e dopo di lui prende la parola Bossi per accomiatarsi, raggiunge il Senatùr sul palco con uno sguardo che appare amareggiato. Anche dopo l’elezione di Maroni, dalla curva bustocca parte il grido “Bossi, Bossi”, che contagia anche altre file sugli spalti, ma non si estende. In realtà, Bossi ha collezionato più fischi durante il suo primo intervento. Sugli spalti, a parte la tifoseria, non c’è stata particolare guerra. Anche se i leghisti varesini si sono messi a debita distanza: di fronte al palco, in alto, lo striscione “Seziùn da Varés”, poco sotto quello di “Saronno”. Busto Arsizio ad angolo, abbastanza lontano. I leghisti della provincia di Varese, insomma, sono rimasti quindi tutt’altro che uniti sugli spalti.
s.bartolini
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