Busto, nell’ex centrale del latte Vincono il degrado e i vandali

BUSTO ARSIZIO Ex centrale del latte sempre più dimenticata, ormai sono sparite persino le vetrate. È solo l’ultimo atto della furia distruttiva del degrado in cui l’ex centrale della Bustese Latte, che si trova all’imbocco della superstrada per Malpensa, è immersa dalla chiusura dell’attività, anno 1999.

«Quando la inaugurai era tra le più belle e moderne, tra le prime a usare il tetrapak – ricorda il sette volte sindaco di Busto Gianpiero Rossi – ora è una delle tante aree dismesse ingessate nei piani regolatori». Intanto i soliti ignoti/idioti hanno pensato di completare l’opera, devastando tutte le vetrate: ormai dell’edificio principale rimane solo lo scheletro.

All’interno i graffiti di qualche writer, tanti vetri rotti e il poco che è rimasto degli arredi, all’esterno le casse di plastica che contenevano i cartoni di latte sparse un po’ ovunque e i resti di un rimorchio e delle cisterne per il trasporto del latte. Magazzini e uffici fatiscenti.

Eppure, anche se è seminascosta dagli alberi, è pur sempre il primo biglietto da visita che si trova di fronte chi arriva a Busto Arsizio provenendo da Milano: non certo un bel vedere. «Fa pena e, oltretutto, dà a chi entra a Busto l’immagine di una città trascurata – commenta Rossi – Il suo degrado è accomunabile a quello di tanti altri siti in cui si sarebbe potuta perseguire la filosofia del recupero delle aree dismesse per evitare il consumo di suolo. Un’occasione persa».

Chiusa nel ’99, dopo che la produzione di latte era già terminata fin dal ’92, l’ex centrale da allora è abbandonata al suo destino, nonostante la costruzione risalga appena al 1960, quando il consorzio dei contadini bustesi produttori di latte (Sabla) ottenne il terreno dal Comune per dismettere la vecchia centrale vicino al parco di via Foscolo.

Il futuro dell’area è ormai legato al piano di governo del territorio. Dal punto di vista urbanistico è destinata a servizi, il che non ne favorisce la riconversione. «Invendibile» secondo l’ex direttore Giancarlo Mara. Allo stato attuale in Comune, però, non sono pervenuti progetti di riqualificazione. Finora sull’ex centrale hanno messo gli occhi solo gli abusivi e gli appassionati dei rave party, sfruttando la facilità di accesso a un’area dove mancano le minime misure anti-intrusione: basti pensare che il cancello è aperto e non è nemmeno dotato di un lucchetto.

Ancora oggi la neve mostra alcune impronte umane che si dirigono verso il seminterrato dello stabile principale dell’ex centrale, a dimostrazione che rimane qualche segno di vita. In passato alcuni giovani furono denunciati per aver preso possesso dell’ex centrale come sede di un rave party abusivo. C’è molto di che piangere sul latte versato.

Andrea Aliverti

s.affolti

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