Busto, ricerche di Kimberly: gli inquirenti battono la pista dell’allontanamento volontario

Il fascicolo aperto dalla Procura di Busto è "conoscitivo", quindi al momento senza ipotesi di reato. Gli investigatori propendono per l'ipotesi dell'allontanamento volontario (Foto dal web)

BUSTO ARSIZIO – Gli inquirenti mantengono il riserbo sui motivi per i quali ritengono che Kimberly Bonvissuto, la ragazza di 20 anni che manca da casa ormai da una settimana, si sia allontanata volontariamente, ma sembra che gli elementi in loro possesso puntino in questa direzione. Kimberly sarebbe andata via da casa per una sua scelta. Un elemento che certo fuga, anche se solo in parte, i timori che alla ragazza sia accaduto qualcosa di grave o che sia tenuta da qualche parte contro la sua volontà,

ma rimane il fatto che di lei non si hanno notizie e che non ci sarebbero segnalazioni di avvistamenti, mentre il suo cellulare rimane spento ormai da una settimana. La mancanza totale di notizie terrorizza i genitori che continuano a lanciare appelli rivolgendosi direttamente alla figlia e chiedendole di tornare a casa o, almeno, di farsi sentire e rassicurarli che sta bene. Il timore è che se anche la ventenne si è allontanata volontariamente, possa esserle accaduto qualcosa e, per questo, sperano almeno in una telefonata che li rassicuri.

Gli inquirenti avrebbero elementi fondati sull’ipotesi che la giovane sia andata via per una sua scelta tanto che il fascicolo aperto dalla Procura di Busto e “per fatto non costituenti reato” e non ci sono quindi capi di imputazione o indagati. Le ricerche, ovviamente continuano e si sarebbero spostate anche all’estero, oltre che in altre regioni d’Italia, anche per accertare che Kimberly sta bene e che, effettivamente, è andata via volontariamente. La giovane è uscita da casa lunedì 20 novembre, indossando una tuta grigia ed un giubbotto nero e portando con se solo il cellulare ed il caricabatterie. Il suo telefono però è spendo da una settimana.