BUSTO ARSIZIO Mezzo Milan in Procura a Busto Arsizio. Tra i nomi più noti chiamati venerdì in Procura a Busto per raccontare quanto avvenuto nel corso di Pro Patria Milan c’erano sicuramente Kevin Prince Boateng, Stephan El Shaarawy e l’allenatore Massimiliano Allegri. Il freddo e la nebbia hanno tenuto la gente a distanza, ma alcuni irriducibili tifosi rossoneri hanno provato lo stesso ad avvicinare i loro beniamini, ottenendo, in realtà, ben poche soddisfazioni. I giocatori del Milan, infatti, hanno accuratamente driblato giornalisti e tifosi. Tra questi Elena e Vittoria. Due sorelline. 7 e 15 anni. La più piccola, Juventina, con foglietto e penna in mano, sperando in un autografo di Boateng o El Shaarawy. La più grande, milanista, con macchina fotografica, sperando di potersi immortalare con uno dei giocatori. Oppure Gabriele Brazzelli e Marco Capobanco, 25 anni, di Busto Arsizio. «Siamo venuti qui sperando di vedere i ragazzi – dice Gabriele -. Noi ci siamo sempre, eravamo
anche l’altro giorno a Malpensa e in ospedale a Busto per l’arrivo di Balotelli». Secondo lui «la tifoseria di Busto si è comportata in maniera scorretta. Boateng invece ha fatto un gesto di giustizia. Ha fatto benissimo a scagliare il pallone in tribuna». Anche Marco parla di ignoranza. «Quelli che hanno gridato saranno stati una ventina – spiega – però non capita tutti i giorni di veder giocare una squadra come il Milan a Busto. E’ stato sprecato un palcoscenico importate». Ivan Manieri invece è un tifoso della Juventus, ma è passato in Procura lo stesso, per cercare di beccare qualche campione rossonero. «Quello dei tifosi è stato un brutto gesto – dice – Busto ha solo da perdere da una cosa del genere. E’ stata un’occasione sprecata». I ragazzi restano fino alle cinque del pomeriggio. I loro beniamini sono solo dei visi lontani, nascosti dietro i vetri oscurati delle vetture. Per avvicinarli bisognerà attendere altre occasioni.Tiziano Scolari
f.artina
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