VARESE I varesini non ritirano la posta di Equitalia, ma sbagliano. Sono diecimila le cartelle esattoriali stipate in due armadi di Palazzo Estense e altrettante sono state messe in magazzino. Ma non conviene più temporeggiare, perché decine di giudici di pace e commissioni tributarie stanno annullando le cartelle di pagamento arrivate via posta.La tendenza è quella di non ritirare la cartella esattoriale, farsi consegnare l’avviso di giacenza in Comune e poi non passare dal messo comunale per la consegna. A Varese infatti le cartelle sono tutte raccolte in scatoloni, ordinate secondo la data di arrivo e riposte in due grandi armadi. Diecimila sono quelle consegnate nel 2011 e nei primi sei mesi del 2012. Altrettante sono quelle che l’amministrazione ha già archiviato in magazzino per questioni di spazio. E che dovrà tenere per cinque anni. Quella di non ritirare le cartelle, comunque, è solo una strategia che permette di allungare i tempi. Perché, finché non c’è la notifica di ricezione, non scatta il termine dei sessanta giorni per saldare il debito che i contribuenti hanno contratto. Una “furbata”, insomma. Ma forse non conviene più. Il giudice di pace di
Genova e le commissioni tributarie di Milano, Lecce e Catanzaro hanno infatti accolto i ricorsi di chi si è visto notificare la cartella esattoriale con una raccomandata. Alcuni contribuenti si sono appellati alla norma contenuta nel codice di procedura civile che specifica: «La notifica degli atti giudiziari deve avvenire tramite ufficiali o messi comunali». Non tramite posta. «È una questione cavillosa, molto tecnica che non si può riassumere in poche righe – spiega Vincenzo Golemme, commercialista – In linea di principio è così: appellandosi al cpc si può ottenere l’annullamento delle cartelle di pagamento. Sulle notificazioni però c’è una montagna di giurisprudenza e bisogna poi vedere cosa accade in Cassazione».Nel senso che raramente le decisioni di giudici di pace e commissioni tributarie resistono ai tre gradi di giudizio. In Corte di Cassazione vengono anche stravolte e l’orientamento può essere opposto: «La notifica della cartella è valida – si legge in una sentenza del 2011 – anche se fatta via posta».«Sono tutti tentavi che vale la pena fare, quando decorrono i termini di pagamento – aggiunge Golemme – Con queste sentenze si sono aperti scenari importanti. Però non bisogna illudersi troppo.
s.bartolini
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