Cairate, parte la Hydrogen Valley: al via i lavori per il parco fotovoltaico, ma crescono le polemiche

Iniziati i cantieri per la realizzazione dell’impianto a energia solare che alimenterà la produzione di idrogeno verde all’ex cartiera Vita Mayer. Preoccupazioni tra i residenti per l’impatto sul paesaggio del fondovalle.

Nel fondovalle di Cairate, sotto il ponte che attraversa la zona verde, sono comparse le prime recinzioni di cantiere: è il segno tangibile dell’avvio dei lavori per la realizzazione del parco fotovoltaico destinato ad alimentare l’impianto per la produzione di idrogeno verde. Il progetto fa parte del piano Hydrogen Valley e prevede la riconversione dell’ex cartiera Vita Mayer, oggi in stato di abbandono, in un polo energetico innovativo alimentato da fonti rinnovabili.

Il progetto è curato dalla società Expand, che ha ottenuto un finanziamento nell’ambito del PNRR attraverso un bando regionale per la rigenerazione di aree industriali dismesse. Expand ha acquistato l’area da Prealpi Servizi, società poi confluita in Alfa, il gestore del servizio idrico provinciale. L’intero impianto dovrà essere completato entro il 2026, in linea con le tempistiche previste dal programma europeo Next Generation EU. L’idrogeno prodotto sarà destinato principalmente all’alimentazione di mezzi pesanti e al trasporto sostenibile.

Accanto all’avanzamento del progetto, si intensificano però le polemiche da parte di residenti e cittadini attenti alla tutela del paesaggio. Preoccupano in particolare le conseguenze visive e ambientali dell’installazione dei pannelli solari su un’area che nel tempo si era rinaturalizzata spontaneamente e che rappresentava uno degli ultimi spazi verdi visibili da numerosi punti della valle.

Le critiche si inseriscono nel più ampio contesto delle contestazioni “Nimby” – acronimo inglese che sta per “Not In My Backyard” – ovvero l’opposizione a interventi infrastrutturali percepiti come invasivi per il contesto locale. Alcuni residenti ritengono che la costruzione del parco fotovoltaico, pur rientrando nelle normative, sia stata resa possibile da deroghe ambientali concesse grazie al finanziamento europeo, sollevando interrogativi sul reale equilibrio tra innovazione energetica e tutela del paesaggio.

Il progetto

Nel cuore della Valle Olona, l’ex cartiera Vita Mayer di Cairate è al centro di una trasformazione radicale destinata a rilanciarla come polo di energia pulita. Il progetto della Hydrogen Valley, promosso dalla società Expand e finanziato con risorse del PNRR, prevede l’installazione di un impianto capace di produrre oltre 100 tonnellate di idrogeno verde all’anno. L’impianto sorgerà nella porzione di terreno adiacente al depuratore, sotto il viadotto, mentre una seconda fase interesserà l’area più settentrionale del sito, con completamento previsto entro un anno dal rogito.

Questa iniziativa, come spiegato nei mesi scorsi da Cristian Vitali, rappresenta un primo passo concreto verso il recupero dell’intero comparto industriale dismesso. In occasione di un incontro pubblico a Cairate, Vitali ha sottolineato il valore simbolico del progetto, considerandolo la “miccia” capace di attivare una serie di interventi rigenerativi a cascata nell’area delle ex cartiere, un tempo cuore pulsante dello sviluppo del paese.

Nel corso del 2023, la proposta di Expand è stata inserita – seppur parzialmente – nella graduatoria regionale dei progetti ammessi al sostegno economico per la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili nelle aree dismesse. Il bando, promosso da Regione Lombardia nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha selezionato anche altri tre comuni (Mantova, Mura e Verolanuova) premiando le idee ritenute più efficaci per promuovere la transizione ecologica.

I tempi sono stretti, come impone il cronoprogramma europeo: l’obiettivo è completare gli impianti entro metà 2026. Per questo, nei mesi scorsi si sono già avviate le prime attività operative, come la posa delle recinzioni per il futuro parco fotovoltaico, che alimenterà l’intero sistema a emissioni zero.

Passo dopo passo, ciò che per decenni è rimasto un simbolo del passato industriale della valle si prepara a diventare un modello di sostenibilità.

Il progetto di Cairate rappresenta uno degli esempi più concreti di transizione ecologica sul territorio varesotto, ma evidenzia anche le tensioni ancora irrisolte tra sviluppo sostenibile e conservazione del territorio. Le prossime fasi dei lavori, così come il confronto con le comunità locali, saranno decisive per definire il futuro equilibrio tra energia pulita e rispetto dell’ambiente.