La colata di aria fredda proveniente da Est è ormai alle porte. Per capire la qualità di quest’ultima dobbiamo guardare i dati meteo che ci arrivano dalla Russia e paesi limitrofi. Una lingua di gelo che si estende per l’intera Europa centro orientale carica di valori termici che variano dai meno cinque fino ai dieci gradi sotto lo zero. Da noi al contrario di come molti potranno pensare, non avvieremo ad assistere a nulla di simile, né tantomeno a giornate di gelo in pieno sole, saremo solo lambiti dal vero nucleo freddo che scivolerà via verso la Grecia. Inoltre il cielo tipico delle retrogressioni fredde dall’Est Europa sono spesso accompagnate da nubi più o meno medio basse che hanno la capacità di limitare in parte il freddo notturno. Con l’imminente ingresso di aria diversa, pulita e sicuramente più attinente al periodo avvertiremo
quindi un generale calo delle temperature, prevalentemente in quota, i venti dai quadranti orientali spazzeranno via smog e nebbie dando origine a un cambio di circolazione atmosferica. Mancherà però una vera sintonia con le perturbazione atlantiche, che ancora una volta avranno poco interesse nell’avanzare verso le nostre regioni, ma non disperiamo perché tuttavia per il prossimo weekend potrebbe arrivare un po’ di pioggia e qualche fiocco di neve sulle Alpi ed Appenini. Ben lontani comunque da uno sblocco definitivo della siccità, l’inverno non è sinonimo di grandi perturbazioni, è un trimestre tendenzialmente secco che si riprende con l’avvento del periodo primaverile. Ciò che continua a preoccupare è il livello dei fiumi e sicuramente la mancanza di neve in altura: quest’ultima è molto importante per l’approvvigionamento idrico in vista dei mesi caldi. È questione anche di agricoltura, non solo di bel tempo.