Calcio, Milanese guarda al futuro «I pilastri del prossimo Varese»

Un uomo che non ha vergogna di piangere è un uomo vero. Partiamo da questa certezza, dopo aver condiviso le lacrime di Mauro Milanese. «Non ho dormito – ha detto ieri – e non sono stato il solo. Al mattino ci siamo trovati con la squadra per il rompete le righe, e ho visto tutti con gli occhi gonfi e la faccia triste».

Tristezza che a freddo non se ne va?
Abbiamo perso un treno che non passa tutti gli anni. Saremmo poco seri se garantissimo ai nostri tifosi che anche l’anno prossimo saremo qui a giocarci la serie A: punteremo a quello, ma il nostro dovere sarà garantire la salvezza e consolidare il Varese in serie B.

Cosa è mancato?
Un pizzico di fortuna: la traversa di Neto, l’occasione di Plasmati. Fossimo andati in vantaggio la partita sarebbe cambiata, loro non avrebbero più potuto difendersi e perdere tempo, avrebbero attaccato e li avremmo infilati in contropiede. E poi, il campo viscido non ci ha aiutato: l’erba bagnata favorisce chi non gioca.

Con chi proverete a consolidare la serie B?
Probabilmente, con un altro allenatore. Il Catania ha offerto un biennale a Maran e sarà dura trattenerlo: gli concederemo la possibilità di allenare in serie A. Sono convinto che lui sognasse di arrivarci con il Varese: abbiamo lottato tutti per conquistarla insieme, ma non ce l’abbiamo fatta.

Lei sarà ancora il ds del Varese?
Certo: so che qualcuno ha preso informazioni sul mio conto, ma io qui sono felicissimo e non mi muovo.

Giocatori?
A partire da oggi ci mettiamo al lavoro per costruire la prossima squadra. Valuteremo tutto.

Ci sono elementi che il Varese ha dato in prestito e potrebbero tornare utili?
Certo, per ognuno di loro verranno fatte delle valutazioni precise: capiremo se sono migliorati, se potranno essere utili alla causa per la serie B del prossimo anno.

Che mosse farete?
Prima dovremo capire che tipo di squadra costruire: cercare la salvezza lanciando i giovani, oppure costruire un gruppo che ci permetta di pensare a qualcosa di più ambizioso.

Quindi?
Quindi andremo alla ricerca di quei giocatori che verrebbero da noi: gente che non richieda costi per il trasferimento e che abbia uno stipendio alla nostra portata.

Ci conceda tre nomi: Bressan, Troest e De Luca. Resteranno?
In teoria potrebbero anche rimanere tutti e tre.

De Luca?
Se non arriveranno offerte concrete dalla serie A, resterà con noi. E potrà crescere ancora con una stagione da titolare, fare qualcosa di simile a Immobile con il Pescara e centrare un’annata più vicina ai venti gol che ai dieci.

Bressan?
È qui in prestito e tornerà al Sassuolo. Dove però Pomini è titolare inamovibile e Bassi è il secondo: di certo Bressan non andrà a fare il terzo. Conterà molto la sua volontà, potrebbe rimanere: non è facile ma è fattibile.

Troest?
Il diritto di riscatto è a nostro favore: decidiamo noi. A dire il vero il riscatto è alto, 600 mila euro: ma al Genoa piace un ragazzo del nostro vivaio, il cui valore coprirebbe la cifra.

Francesco Caielli

s.affolti

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