Non capita spesso di sentire suonare le campane nel cuore della notte. Eppure, nella serata di domenica 27 luglio, è accaduto anche a Varese: i bronzi del Bernascone, l’imponente campanile della basilica di San Vittore, hanno risuonato nel silenzio della città. Ma non si è trattato di un errore né di una ricorrenza religiosa: era il segnale di un’azione simbolica che ha coinvolto non solo Varese, ma anche altre parrocchie della provincia.
L’iniziativa, dal titolo “Rompiamo il silenzio”, è stata promossa dal Comitato Varesino per la Palestina, che ha scelto un modo rumoroso e creativo per attirare l’attenzione sul dramma che si sta consumando a Gaza e nei territori palestinesi. Il messaggio è chiaro: non possiamo rimanere indifferenti di fronte alla sofferenza di centinaia di migliaia di civili innocenti.
Tutto ha avuto inizio con un raduno presso la stazione di Casbeno. Da lì, un piccolo corteo di auto e motorini, addobbati con bandiere palestinesi, ha raggiunto piazza Monte Grappa, dove si sono uniti a chi aveva scelto di arrivare a piedi. Alle 22 in punto, al suono delle campane di San Vittore, è partita l’azione: clacson
suonati a più non posso, rumore di pentole e trombette, voci, slogan, striscioni, tutto per cinque minuti di protesta sonora e pacifica. Un gesto ispirato al tifo calcistico – spiegano gli organizzatori – ma con uno scopo ben più alto: «Questa volta – dicono – non si tratta di sport, ma di giustizia, di libertà, di vite umane».
Il senso dell’iniziativa è riassunto nelle parole degli attivisti: «Non possiamo continuare a guardare senza reagire, mentre migliaia di persone intrappolate muoiono sotto le bombe o di fame. Se non facciamo qualcosa ora, la nostra coscienza, la Storia e le generazioni future ce ne chiederanno conto».
Il Comitato, molto attivo negli ultimi mesi, ha scelto un linguaggio simbolico e coinvolgente per risvegliare la sensibilità della cittadinanza e delle istituzioni. E Varese, almeno per cinque minuti, ha ascoltato.