VARESE Altro che costume da bagno. C’è chi in valigia mette gli stivali e il cappello a falde larghe. Nuovo look da spiaggia? No, vecchio abbigliamento da contadino. Lavorare nei campi, dar da mangiare alle capre, mettere a posto le serre. C’è chi non vede l’ora di smettere i panni di sempre e fare davvero una vacanza diversa, nella natura. E se c’è da faticare un po’ non importa, anzi, ben venga un po’ di attività fisica. Il fenomeno del turismo-contadino è in crescita. Ma guai a definirlo così o a parlarne come se si trattasse di una normale vacanza. Di solito, chi vuole andare in fattoria detesta parole come comodità, confort, relax. Il “contadino” vacanziero vede l’esperienza in fattoria come un modo di conoscere davvero il Paese in cui si reca, imparandone le tradizioni più antiche.La formula piace. «Riceviamo moltissime richieste di persone che vorrebbero venire da noi per un periodo, lavorando nella nostra fattoria – racconta Maria Soldavini, dell’azienda agricola Soldavini di Lonate Pozzolo, “host” di Wwoof, un’organizzazione di volontariato che rende possibile lavorare nelle fattorie per un breve periodo – Fino ad oggi abbiamo ospitato un solo ragazzo che veniva dall’Argentina. Lo abbiamo scelto perché molto motivato, tanto che si è fermato tre mesi e vorrebbe ritornare».Il giovane, 27 anni, di nome Maximiliano, è arrivato a Varese per imparare i segreti dell’apicoltura e importarli nel
suo Paese, dove vuole aprire un’azienda agricola.«Si è trattato di uno scambio culturale – continua Soldavini – È vero che in un’azienda agricola una mano in più è sempre la benvenuta, ma noi eravamo interessati a instaurare un rapporto umano, non ad avere un lavoratore extra. Alla sera, quando mangiavamo insieme, lui ci insegnava lo spagnolo e noi l’italiano. Adesso ci teniamo in contatto via e-mail». L’azienda agricola Soldavini, specializzata in apicoltura, ha anche un orto, un frutteto, e un piccolo allevamento di galline, anatre e oche, il tutto a conduzione rigorosamente biologica. Così come vuole Wwoof che promuove metodi di allevamento e di agricoltura a basso impatto ambientale. Wwoof è un’organizzazione di volontariato riconosciuta legalmente, che fornisce ai viaggiatori (detti: Wwoofers) e aziende (dette: Hosts) una tessera associativa in modo da rendere possibile la presenza di lavoro volontario nelle fattorie. Inoltre, offre ai viaggiatori la copertura assicurativa per gli infortuni e la responsabilità civile. «Ci scrive davvero un sacco di gente – continua Soldavini – Purtroppo noi abbiamo solo un monolocale autonomo dove possiamo ospitare le persone. Cerchiamo di capire chi sta per arrivare e privilegiamo chi ama davvero l’agricoltura, non chi cerca una vacanza un po’ diversa».Chi sente che un periodo da contadino può giovare alla sua salute, magari anche solo per ritornare con più entusiasmo alla vita urbana, può dare un’occhiata al sito: http://www.wwoof.it.Adriana Morlacchi
a.cavalcanti
© riproduzione riservata