SOMMA LOMBARDO – Lo svuotamento del canale industriale del Ticino, iniziato la settimana scorsa dalla diga del Pamperduto, sta riportando alla luce un passato rimasto nascosto per decenni. Con l’acqua prosciugata quasi del tutto, nel tratto tra Maddalena e Vizzola Ticino sono ricomparsi dal fondale non solo ingombranti e rottami vari, ma ben cinque automobili, adagiate sul letto del canale come fossero fossili metallici dimenticati.
La secca del canale industriale è un evento raro e di breve durata: l’acqua, infatti, alimenta le centrali idroelettriche di Tornavento (1942), Vizzola Ticino (1903) e Turbigo “Castelli” (1946), e il blocco del flusso comporta la sospensione della produzione. Diversamente dalle asciutte del Villoresi o del Naviglio Grande, questa operazione è più complessa e limitata nel tempo, ma sufficiente a svelare cosa si nasconde tra i sedimenti.
Tra le carcasse riemerse ci sono un Maggiolino Volkswagen che sembra quasi “parcheggiato” sul fondo, un’utilitaria degli anni Novanta e una berlina ritrovata capovolta sotto il ponte di Vizzola. Tutte ricoperte da strati di limo e rami portati dalla corrente. Accanto ai veicoli anche biciclette, sanitari e altri oggetti ingombranti: un catalogo di rifiuti accumulati in anni di incuria, ma anche di possibili episodi mai chiariti.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri e la polizia locale di Somma Lombardo, incaricati ora dell’identificazione dei mezzi attraverso targhe o numeri di telaio. Solo dopo la verifica potrà stabilirsi se gli autoveicoli siano stati rubati, utilizzati per attività illecite o semplicemente finiti in acqua a seguito di incidenti – ipotesi, quest’ultima, meno probabile, anche se in passato non sono mancati episodi drammatici lungo il canale.
La curiosità attorno allo svuotamento ha richiamato molte persone, come già accaduto nei giorni scorsi durante le operazioni di recupero dei pesci. Ma l’attenzione è cresciuta ulteriormente con il riaffiorare delle auto, anche perché la zona non è nuova a misteri: proprio da un incidente in quell’area emerse uno degli indizi chiave del caso di Mariangela Pezzotta e delle “Bestie di Satana”.
Per ora non ci sono elementi che colleghino i ritrovamenti recenti a fatti particolarmente eclatanti. In attesa di chiarimenti, il canale industriale offre un raro scorcio sul suo passato nascosto, prima che l’acqua torni a scorrere e il fondale ripiombi nel silenzio.













