Mancano pochi giorni al fischio di inizio del Super Bowl, e cresce l’attesa per il nuovo spot a quattro zampe che presenterà Budweiser. Intanto la direzione della finalissima del campionato della National Football League americana ha già censurato una pubblicità che aveva come protagonista un cucciolo di Labrador. «I Budweiser Clydesdales sono apparsi nei nostri spot durante il Super Bowl per quasi tre decenni – ha scritto il vice presidente Budweiser, Brian Perkins in un comunicato – Quest’anno, saranno all’altezza della loro reputazione e ancora una volta regaleranno una storia commuovente che non dimenticherete». L’azienda ha diffuso anche le prime gif dello sport. Ci sono sempre loro i protagonisti di «Puppy Love» : il cucciolo di Labrador e il cavallo, che nello spot 2014 hanno dato a tutti i telespettatori una grande lezione di amicizia. In una delle prime immagini animate si vede il cucciolo Tiky correre per la strada ed entrare in un portone, mentre in un’altra si sta riparando dalla pioggia dentro una scatola. Nell’ultima gif si vede invece un cavallo Clydesdale nella stalla, disperato dopo aver visto il cartello, “lost dog”, con la foto del suo amico a quattro zampe. Intanto però, si sono accese le polemiche per un’altra pubblicità che avrebbe dovuto andare in onda
sempre durante il Super Bowl. Si tratta dello spor realizzato da GoDaddy, azienda specializzata nell’offrire supporto online alle aziende. Per marcare l’efficienza dei servizi offerti dalla rete, ha usato un cucciolo di Labrador e un’ambientazione del tutto simile a quella che utilizza anche Budweiser, solo che il contenuto dello spot non è stato giudicato altrettanto nobile. Nel video si vede il piccolo Buddy cadere dal furgone che lo sta trasportando dai suoi nuovi padroni. Tenacemente il cagnolino riesce a tornare a casa, la famosa stalla rossa, ma il suo destino è segnato. L’annuncio pubblicato online dice chiaramente che è stato venduto e deve raggiungere la sua nuova famiglia. Per il trasporto sicuro i padroni decidono quindi di rivolgersi ad un corriere. Una mercificazione dei cani che non è piaciuta alle associazioni animaliste americane, che da anni lottano contro le “fabbriche di cuccioli” e spingono invece le adozione dei cani che vivono nei rifugi. Ne è nata una raccolta firme su «Change.org» per vietare la diffusione dello spot. La più grande campagna che il sito abbia mai ospitato, con più di mille sottoscrizioni all’ora. Situazione che ha spinto il responsabile di GoDaddy a fare pubblica ammenda e la direzione del Super Bowl ne ha censurato la messa in onda.