I camerieri e i facchini impiegati per le sfilate dell’alta moda milanese e per le partite e i concerti a San Siro.
Tutto gestito, in nero, da nove cooperative che sfruttavano il lavoro di 2.100 persone. In 14 sono stati così denunciati per caporalato, reati fiscali e riciclaggio. Si chiama caporalato.
Erano proprio tre “caporali” residenti a Gallarate, una donna e due uomini, sui 40 anni, a gestire il lavoro di migliaia di persone.
Le indagini della Guardia di Finanza di Gallarate, coordinati dal sostituto procuratore Francesca Parola, hanno scoperto una frode fiscale da capogiro: 70 milioni di euro sottratti al fisco. Più di 2.000 le persone coinvolte, lavoratori che venivano chiamati da un giorno all’altro per lavorare. Sempre pagati in nero. E che dovevano dare una parte del loro compenso al caporale. I tre di Gallarate, oltre ad altri 9 prestanome a capo delle cooperative, sono stati denunciati.
Le 4 cooperative di facchinaggio amministrate da cingalesi, e le altre 5 di catering gestite fittiziamente da italiani, hanno tutte sede nel milanese. E quindi ora le indagini proseguono da parte della Procura di Milano.
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