VARESE Carcasse di ungulati nei boschi di Capolago e Mustonate: indaga la procura. L’ipotesi di reato potrebbe essere uccisione di animali: il bandolo della matassa al settore veterinario dell’Asl. In prima istanza l’autorità giudiziaria intende accertare cosa abbia causato la fine degli animali: due carcasse di daini o caprette tibetane (le condizioni dei cadaveri sono tali da non permettere l’esatta identificazione dall’esame esterno della carcassa) sono state scoperte sabato scorso a Capolago nel torrente Roggia Nuova, una terza carcassa è stata scoperta nei boschi di Mustonate. Gli animali non sarebbero morti accidentalmente: almeno uno dei due ungolati scoperti a Capolago recava le tracce di un colpo d’arma da fuoco sparato alla testa. Tanto da far supporre in prima istanza l’azione di uno o più cacciatori di frodo. Gli animali inoltre sono stati trovati imbustati in sacchi di plastica: due delle
carcasse apparivano come macellate, comunque fatte a pezzi. Da stabilire se lo smembramento sia dovuto ad azione umana oppure all’intervento di altri animali che dopo aver aperto i sacchi di plastica potrebbero essersi cibati degli avanzi degli ungulati morti. In ogni caso qualcuno ha provveduto ad imbustare e buttare nei boschi i cadaveri degli animali. Perché? È persino possibile che i quadrupedi possano essere morti altrove, magari a causa di esche velenose lasciate dai cacciatori per liberarsi di predatori quali le volpi, e che qualcuno trovandoli e non volendo farsi carico dell’onere del corretto smaltimento della carcassa (che può avvenire soltanto rivolgendosi all’Asl) o magari temendo di dover dare spiegazioni sul ritrovamento, possa aver raccolto il cadavere in fretta e furia, averlo imbustato e poi essersene sbarazzato lasciandolo lontano dal proprio fondo in modo da non destare sospetti.
s.bartolini
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