L’odore dei cinghiali in decomposizione afferra alla gola da qualche metro di distanza. La carcassa di un’auto bruciata, sullo sfondo dei graffiti disegnati sulle pareti di una fabbrica abbandonata, rimanda a scenari apocalittici. Benvenuti nell’area ex 336 di Gallarate.
Quella che l’attuale amministrazione intende difendere come un cuscinetto che divide Gallarate dalle ultime propaggini della periferia milanese, azzerando le volumetrie contro la grande distribuzione che vorrebbe disseminarla di supermercati, è in realtà un’area verde solo a metà. Per carità, gli alberi ci sono. C’è anche qualche azienda agricola, con tanto di trattore e mucche nella stalla.
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