Cardano, depone la vigilessa minacciata di morte dai colleghi

CARDANO AL CAMPO (s.car.) Torna in aula il processo a carico di otto tra ex e ancora dipendenti dell’ufficio di polizia locale cardanese.

Davanti al collegio presieduto da Toni Adet Novik ieri mattina ha testimoniato una delle due parti civili: un’ex dipendente dell’ufficio che si sarebbe «rifiutata di partecipare al gioco – ha dichiarato la teste – Mi è stato infatti spiegato che era costume dell’ufficio che un dipendente timbrasse anche il cartellino di altri non presenti sul luogo di lavoro in quel momento. Mi dissero: l’amministrazione ci sfrutta, ci fanno lavorare la domenica, per quello che ci danno. Fare così conviene a tutti».

L’accusa principale, infatti, vede gli imputati rispondere a vario titolo di peculato, per alcuni c’è anche la truffa. «Io risposi che non ci stavo e da quel momento iniziò il mio inferno». La donna ha raccontato di come venisse isolata, di come i turni di pattuglia la vedessero sempre lavorare da sola. Ha aggiunto che sia lei che la seconda parte civile furono «minacciati di morte. Al mio collega venne detto che sarebbe stato ammazzato con un organo genitale maschile tagliato in bocca. Con me nessuno parlava, se mi rivolgevo ai colleghi non mi rispondevano».

La teste, molto, molto religiosa e devota veniva offesa, in base al suo racconto «anche attraverso il linguaggio carico di bestemmie che veniva utilizzato in mia presenza. Un giorno trovai affissa alla macchina da scrivere anche l’immagine di un organo genitale femminile, visibile anche al pubblico che si rivolgeva all’ufficio».

Il racconto, in ogni caso, ha delineato un quadro che non esiste più tra i capi di imputazione: l’iniziale accusa di mobbing rivolta ad alcuni degli imputati era già stata archiviata prima dell’arrivo del processo a dibattimento.

Gli avvocati difensori Sara De Micco e Domenico Margariti, al contrario si sono concentrati per sottolineare come «non esista alcuna truffa o peculato. Il numero di straordinari accumulati viene motivato dalla carenza di organico registrata in ufficio, e certificata anche dalla testimonianza del segretario comunale, e dai controlli potenziati attraverso il piano per la sicurezza regionale».

f.tonghini

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