La nuova area di cargo city sarebbe in fase di assegnazione. O quasi. Manca ancora l’ufficialità, ma i 15mila metri quadrati che vedranno sorgere nuovi capannoni destinati alla logistica, a Malpensa, porterebbero il nome di una società italiana e di una straniera. Si potrebbe parlare, dunque, anche francese nella zona cargo dell’aeroporto.
All’apertura delle buste della manifestazione di interesse per l’acquisizione delle aree, i primi due soggetti classificati sarebbero: la WFS, Worldwide Flight Services, nata nel 1983, con servizi in numerosi aeroporti tra i maggiori al mondo che si prefigge di diventare partner primario delle compagnie aeree per servizi di qualità nell’handling delle merci. E l’italiana Beta-Trans, dichiarata idonea da Enac e Agenzia delle Dogane, già nel dicembre 2003, ad operare a Malpensa per servizi di gestione a terra delle merci, con un ufficio a Cargo City per lo svolgimento delle attività doganali e di handling documentale per varie compagnie aeree.
Le acque cominciano, insomma, a muoversi nella cittadella delle merci. Alha Airport ed Mle Argol non saranno più sole sull’attuale superficie di 40mila metri quadrati. Oltre a FedEx che troverà sede a cargo city, su altri 15mila metri quadrati, entro la fine del 2016 dovrebbe essere un dato di fatto l’aggiunta di nuovi magazzini, ancora da costruire. Ma il sindacato esprime grandi timori.
«Siamo molto preoccupati», dichiara Saverio Innocenzio (Filt Cgil), «manca un piano che porti lavoro, una politica di sviluppo e coordinamento delle attività logistiche che superi la frammentazione». In altre parole: «C’è un deserto di programmazione, mentre la logistica è uno strumento moderno di competitività che andrebbe gestito con scelte politiche del Paese ben precise».
Ecco allora la possibilità che si delinei uno scenario soltanto negativo, secondo Innocenzio, con Sea soggetto immobiliare che vende i suoi terreni ad aziende importanti «ma senza sapere cosa determineranno i nuovi handler del cargo». Domanda il sindacalista: «L’osso da dividere tra le aziende resterà sempre lo stesso? La quantità di merce movimentata continuerà ad essere di 500mila tonnellate come ora?» In tal caso, la Filt intravede drammi occupazionali a catena, a partire dagli 800 lavoratori già ora nel cargo, tra Alha, Mle e cooperative che operano per le due aziende. Oppure, cambia fronte Innocenzio, «potremo sperare in una politica di sviluppo delle merci che accompagni l’entrata in scena di nuove aziende a Cargo City?»
La chiamata è per la politica, perché la competitività persa dalla Lombardia possa tornare ad essere un valore economico e occupazionale «del Nord Italia e dell’intero Paese», precisa Saverio Innocenzio chiedendo ben più di uno scatto d’orgoglio agli amministratori regionali. «Siamo dei nani nel sistema logistico mondiale, pur in presenza di un aeroporto come Malpensa», primo scalo della Penisola nella movimentazione delle merci, ancora molto sottoutilizzato
Malpensa
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