«Cari tifosi, ora ci vuole calma»

Bulgheroni analizza il momento della Openjometis: «Lasciamo lavorare Moretti»

«Il giorno dopo una vittoria è per coloro che camminano per strada ad un metro da terra, magari canticchiando, per chi va al lavoro con il sorriso stampato sulle labbra, per chi ancora non riesce a togliersi di dosso adrenalina ed emozione».

Lo scrivevamo non molto tempo fa, dopo il successo su Caserta. Il giorno dopo una vittoria è qualcosa di bello e semplice. Oggi, a margine della sconfitta con Avellino, lo scenario è diverso. Le quattro consecutive mettono seriamente a repentaglio la lucidità di analisi, di tifosi e addetti ai lavori. La discontinuità rispetto al passato però risiede proprio qui, in queste situazioni, e consiste nella lucidità di non mandare tutto a “carte quarantotto”, discernere gli aspetti positivi da quelli negativi, saper aspettare, aver fiducia, difendere le scelte estive.

«Non, je ne regrette rien», cantava quel fenomeno di Édith Piaf sessant’anni fa. Nessuna tabula rasa, dunque, ma un’analisi lucida e distaccata in cui ci facciamo aiutare da Antonio Bulgheroni, uomo di sport che difficilmente perde la bussola, sia nei giorni di sole che in quelli di tempesta. «Sono abituato per natura e per professione a cercare di essere ottimista, che non significa avere le fette di salame sugli occhi, bensì analizzare le cose con spirito costruttivo. Della partita di domenica, dunque, a me piace vedere prima le cose macro e poi i dettagli».

Bene, iniziamo: «Il primo grosso problema è stata l’assenza di Anosike contro una squadra fisicamente più forte di noi. Il secondo, un tasto che mi spiace battere, è quello relativo ai tiri liberi. Nel primo tempo ne abbiamo segnati 2/11, una cosa inconcepibile. É una questione unicamente di concentrazione».

Dall’analisi macro, a quella nei dettagli: «Abbiamo visto sicuramente dei miglioramenti notevoli e sensibili in alcuni giocatori, purtroppo qualcosa di negativo in altri. Sono convinto che questa squadra abbia ancora molti margini di miglioramento, alcuni sono già sulla strada giusta, altri ancora devono lavorare. Sono abbastanza positivo, non voglio dimenticare che abbiamo giocato contro una squadra che è da prime quattro in classifica». Non solo i liberi, perché la percentuale dall’arco è un altro aspetto deficitario: «2/19 la scorsa partita, 4/20 questa: qualche giocatore è insicuro, però nonostante ciò siamo rimasti in partita contro una delle prime quattro. Tra la vittoria e la sconfitta ci passa molto poco, ma io rimango ottimista. Non nego che il nostro obiettivo sia quello di entrare nelle prime otto e dovremo lavorare al massimo per raggiungerlo».

Il doppio impegno può giovare alla squadra oppure ostacolarla? «Rimango del parere che il doppio impegno alla lunga paghi, spero che le partite di coppa non incidano in maniera troppo pesante. Noi continuiamo a lavorare».

Tra i tifosi, dopo quattro sconfitte, serpeggia del nervosismo e del malcontento: legittimo e giustificato? «Vorrei che coloro che amano questa squadra, che fanno il tifo e la ritengono un patrimonio di passione, vivano un po’ la realtà, ossia una società parzialmente nuova che cerca di fare qualcosa di importante per questa città. Una squadra come Avellino ha un budget da 5 a 10 volte superiore al nostro, su questo è necessario che la gente si faccia un po’ di ragione. Con il budget a disposizione abbiamo cercato di mettere insieme una formazione abbastanza equilibrata con margini di miglioramento, giochiamo quasi alla pari con avversari che hanno molte più possibilità di noi. Un paio di scommesse credo siano state già vinte: giocatori sconosciuti come Pelle ed Avramovic stanno dando a mio giudizio molto di più delle attese, Johnson non ci sta dando ciò che speravamo, ma sono convinto che si sbloccherà presto».

Toto Bulgheroni conclude:«É presto per parlare di interventi, se dovessimo farli un giorno spero non siano per infortunio o perché presi da un po’ di isterismo. Faremo valutazioni molto serie, che passano anche da questioni economiche. Ora lasciamo lavorare in pace l’allenatore, sosteniamo i ragazzi, pungoliamo quelli che sono indietro di preparazione, aiutiamo ad inserirsi un po’ tutti. Non voglio passare per un buonista, nella mia vita qualche decisione difficile l’ho presa, ma ora ci vuole calma».