Caro coach, dopo la sciagurata prestazione di domenica prendiamo figurativamente carta e penna e le scriviamo la presente. Lo spunto ce lo ha dato lei durante la conferenza stampa post partita, lo ha fatto con quella domanda rivolta ai giornalisti e rimasta sospesa. Non ricordiamo le parole esatte, ma suonava più o meno così: «Pensate che i miei giocatori oggi non si siano impegnati?» Nessuno le ha replicato, com’era ovvio che fosse: sa, la nostra categoria ha la lingua lunga per le domande, ma non per le risposte. Darle, in fondo, non è nemmeno il nostro lavoro. Ma l’interrogativo ci è rimasto dentro, siamo andati a casa e ci abbiamo dormito sopra. Ora abbiamo la risposta (oddio, l’avevamo anche domenica sera, ma abbiamo preferito riflettere ancora un poco). No, caro coach, i suoi virgulti si sono impegnati tutti, o almeno così ci è sembrato. Il modo di entrare nella testa delle persone non è ancora stato inventato e quindi non esiste conferma, ma – a sensazione
– non ci pare che sia stata l’abnegazione a mancare. In nessun caso. Vuole sapere la (nostra) verità? Alcuni suoi giocatori ci sono sembrati semplicemente delle “pippe” colossali. E, in determinati casi, non da ieri. Delle scelte sbagliate, inadeguate per l’ennesimo anno consecutivo. Del materiale tecnico su cui nemmeno lei – cui va tutta la nostra fiducia, ma per davvero – può mettere mano. Emozione dell’esordio? Sono vent’anni che assistiamo a prime volte, anche di totali esordienti nel campionato italiano: la pur comprensibile ansietà non ci pare ragione valida a spiegare lo scempio visto. Delle due l’una. O lei riuscirà a sbugiardarci con i risultati (cioè i playoff, visto che tutti in società, ma proprio tutti, li hanno indicati come obiettivo fattibile per questa squadra), e gliene renderemo merito finché morte non ci separerà. Oppure faccia capire a chi di dovere, anche a noi se possibile, che quest’organico abbisogna di correttivi urgenti e pesanti. In fatto di equivoci abbiamo già dato negli ultimi anni. Confidiamo in lei.