Caro Norvel, dovevi svegliarti prima. Anosike violentato, capitano anonimo

Johnson ed Eyenga, entrambi encomiabili, non sono bastati. Le pagelle di Fabio Gandini

Finché è costretto a gestire ogni singolo attacco biancorosso, i risultati non possono che essere tragici: ferri su ferri, con il marchio da osservato speciale ben stampato su di lui dalla difesa reggiana. Esce dall’empasse con grinta, carattere, tecnica, pur continuando a dover cantare portando la croce. Clamorosa una sua schiacciata nel “traffico”.

Subisce l’altezza di Cervi senza rimedio alcuno: il lungo di casa gli prende posizione davanti, dietro e pure in mezzo, tirandogli sulla testa ogni volta che tocca palla. E anche i rimbalzi, stavolta, cadono lontano dalle sue grinfie: solo cinque carambole in una partita non le prendeva dall’asilo… Senza Maynor, poi, in attacco è isolato: alla faccia di chi ha sempre sostenuto che i due sono incompatibili.

Dentro e fuori dal campo, alternato con Bulleri, è comprensibilmente legato e timido per tutto il primo tempo: tanti n.e. pesano sulla fiducia nei propri mezzi. Poi si sveglia con qualche incursione delle sue, complessivamente svangandola. Giudicare la sua prova come sostituto di Eric da Raeford sarebbe una cattiveria inutile: non era il suo compito rimpiazzare il campione, non era il compito di nessuno.

Modalità cattiveria on. Caro Norvel, non devi avere sempre bisogno dei rimbrotti o degli incoraggiamenti dell’Artiglio per svegliarti dal narcolettico stato che talvolta assumi. Con la partita ancora viva, di lui si ricordano errori e palle perse: le schiacciate e la stoppata su Cervi arrivano tardi. Modalità cattiveria off.

Copiare e incollare il finale della pagella data ad Avramovic. Costretto agli straordinari (21 minuti in campo), il veterano fa quello che può.

Dodici minuti. Un solo guizzo. Anonimo. Un po’ troppo anonimo.

Alcune difese d’autore, sette rimbalzi, 24 minuti di sacrificio.

E arrivò pure il momento di un brutto voto a Giancarlo… Capita anche ai migliori. E capita stavolta: della sua partita si ricordano solo i tre falli commessi. Ci sarebbe voluto il solito “super uomo” per aiutare i compagni.

Potrebbe andare fuori giri, in contumacia della razionalità di Maynor. Invece non lo fa, e questo è il primo merito. Poi ci sono i 38 minuti 38 passati in campo, i 16 punti e i 4 assist (su 7 totali) a dare valore e merito alla sua prestazione.