«Caro Renzi, non ce n’è: Accam chiude»

Il sindaco Farioli stoppa il decreto Sblocca Italia: «Non si tratta più sul destino dell’inceneritore». Ma poi ammette: «Bisogna velocizzare l’iter. Entro ottobre il cda disegni gli scenari alternativi»

«Sblocca Italia sì o no, Accam deve chiudere entro il 2025. Se necessario, anche prima di quanto preventivato. Su questo non si tratta».
Usa parole chiare ed inequivocabili il sindaco , dopo che il ministro dell’Ambiente mercoledì, di fronte agli assessori regionali (tra cui di Regione Lombardia), ha confermato senza remore l’applicazione dell’articolo del decreto Sblocca Italia che prevede l’utilizzo alla massima capacità degli inceneritori in una logica di distribuzione nazionale, e non più regionale, dei rifiuti da smaltire.

«Ma il ministro non ha mai parlato di Accam, di cui non conosce la vicenda nei dettagli» fa notare la senatrice , che ha interpellato personalmente Galletti dopo che si è diffusa l’interpretazione secondo cui avrebbe di fatto “vietato” lo spegnimento dei forni di Borsano.
«Il ministro – precisa Bignami – ha solo confermato che lo Sblocca Italia è legge e va rispettato. Ma a questo punto il destino dell’inceneritore dipende dai Comuni e dalla Regione. Se in Lombardia abbiamo impianti di ultima generazione, perché dovremmo farci del male accettando le “eco-balle” di Napoli prima ancora di aver verificato quanta diossina c’è nei terreni attorno ad Accam?».
Allo stato attuale, infatti, tutti gli impianti qualificati come R1 (impianti a recupero energetico) dovrebbero rientrare nelle prescrizioni del decreto Sblocca Italia. Ma la qualifica di Accam è ancora oggetto di discussione, tra i Comuni soci e il cda.
«Sblocca Italia sì o Sblocca Italia no, abbiamo di fronte un percorso che è segnato – spiega il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli – Non possiamo continuare ad essere schiavi dell’improvvisazione. Lo scenario è quello della restituzione del sito di Accam bonificato entro e non oltre il 2025, mentre entro ottobre dovrà essere delineato dal cda uno scenario sostenibile alternativo, sul quale il presidente di Accam sta lavorando in modo molto efficace».

Uno scenario che prevede impianti alternativi all’inceneritore: «Quello che mi preoccupa – ammette il sindaco – è che si sta perdendo molto tempo e non si intravede ancora la concreta disponibilità di aree che rendano praticabili gli impianti alternativi».
Farioli ribadisce infatti che «dopo l’inceneritore, a Borsano non ci sarà più spazio per smaltire rifiuti. L’impianto è a disposizione, fino a quando sarà funzionale, per rendere sostenibili gli scenari alternativi, altrimenti si dovrà accelerare fin da subito il decommissioning con la bonifica del sito di Borsano. In quest’ottica siamo pronti a mettere in campo un gruppo di lavoro bustocco per centrare tutti gli obiettivi».
Se l’ipotesi ventilata dal ministro Galletti è quella di un impianto di fatto “blindato” dal decreto Sblocca Italia, la chiusura potrebbe diventare uno scenario obbligato, anche prima del preventivabile: «Sarà Regione Lombardia a dover rendere compatibile l’inceneritore con il percorso che porta alla sua chiusura entro il 2025, una prospettiva su cui non si tratta».