Il governo ambasciatore delle eccellenze nostrane, apripista politico delle imprese per fare business. Anche in Cina.
Perché il mercato cinese diventi un mercato di riferimento bisogna lavorarci e se le speranze del mondo imprenditoriale bussano alla porta di Palazzo Chigi, a maggior ragione si guarda con un’attenzione doppia al lavoro del governo quando in campo potrebbe esserci un’azienda di Stato come Finmeccanica. È netto il sindacato: «Il governo dovrebbe occuparsi di industria», dichiara Nino Cartosio segretario Fiom Cgil Varese.
«Va bene attrarre investitori cinesi nel nostro Paese, ma bisogna creare le condizioni perché le aziende italiane trovino un mercato favorevole in Cina», sostiene Paolo Carini, coordinatore nazionale Fim Cisl AgustaWestland.
Domani sarà a Roma il premier cinese Li Keqiang che discuterà con Matteo Renzi e Giorgio Napolitano dei rapporti e degli investimenti della Cina in Italia e in Europa. Poi, giovedì e venerdì, si terrà a Milano il vertice Asia-Europa. Perché non far diventare l’aerospazio una priorità su cui il governo possa focalizzare le energie?
Dalla provincia di Varese, le realtà di AgustaWestland e Alenia Aermacchi restano nomi spendibili. E se l’azienda elicotteristica ha già creato joint venture per l’AW109 a Shanghai e Hong Kong consolidando nel tempo la propria presenza in quel territorio, un sistema Paese in grado di far sentire la propria voce, il proprio peso, resta nei desiderata non solo delle organizzazioni sindacali.
«Ho la sensazione che la visita dei cinesi in Italia punti all’acquisizione di aziende italiane piuttosto che alla vendita di nostri prodotti in Cina», riflette Carini. Sul piatto Ansaldo Breda, società di Finmeccanica che potrebbe finire in mano cinese ma il condizionale è d’obbligo. Anzi, dice Cartosio: «Non mi pare che Finmeccanica abbia la volontà di cedere a tutti i costi. Si vedrà se ne vale la pena».
Di sicuro non c’è l’aerospazio sul tavolo delle cessioni. Le eccellenze delle aziende aeronautiche di Stato di cui la nostra provincia è espressione diretta, valgono ben più di una speranza. «Ma la politica dovrebbe occuparsi di industria», torna ad insistere Cartosio (Fiom). «Qui invece, si parla di articolo 18, di demansionamento e di telecamere installate nei luoghi di lavoro per controllare i lavoratori. Il nostro sistema produttivo è in crisi sistemica. Bisognerebbe decidere dove andare, cosa fare e quali settori sostenere».
Il sindacalista cita il viaggio dell’ex premier Enrico Letta in Kuwait che dovrebbe portare una commessa di sette miliardi di euro ad Alenia Aermacchi. «Speriamo vada a buon fine».
Gli Usa, tra non molto, dovranno cambiare i loro aerei da addestramento e l’M-346 “made in Venegono” può gonfiarsi il petto. Ma intanto è il presidente Obama ad essere stato in Polonia dove ci sarà una gara importante per la fornitura di elicotteri. E quando si muove la Germania «è la Merkel a tirarsi dietro le aziende tedesce», rimarca Carini (Fim) pensando alla «forte presenza dell’aerospazio in Cina della Francia».
Diventare promotori delle eccellenze di casa propria è il primo obiettivo. «Il ruolo della politica è fondamentale, non c’è dubbio» afferma Cartosio. «Vediamo quale supporto metterà in campo il governo per sostenere i prodotti nelle gare internazionali e per investire sulle risorse umane così da garantire una continuità professionale e produttiva ».
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