Roberto Regazzoni, il presidentissimo della Cisanese, è lì al bar dello stadio di via Cà de Volpi, in mezzo ai suoi ragazzi a mangiare un panino con la salamella, a bere un paio di birre e a fare un casino incredibile. Lì, tra loro, a respirare il profumo del calcio, quello vero, quello puro. Quello che si può vivere solo in una grande famiglia ai confini del mondo, in periferia. Noi siamo seduti a scrivere la cronaca, il commento e le pagelle di Cisanese-Varese, un paio di tavoli accanto. E veniamo coinvolti dalla festa…
Certo.
No. Questa è la nostra routine, dopo ogni partita. La festa l’abbiamo fatta prima sugli spalti e sul campo, durante la partita.
Certo. È vero, a tutti girano le palle quando si perde. Specialmente se ti fanno gol a due minuti dalla fine, ma il calcio è anche questo. Però sapete cosa stavo dicendo ai ragazzi?
Che dobbiamo ringraziare il Varese, perché dal campo usciamo a testa alta, con una carica incredibile. E aver tenuto testa ad una corazzata ci ha aiutato indiscutibilmente a crescere.
In campo avevamo tanti giovani – e anche voi – ma per i nostri, giocare alla pari o quasi con una squadra come il Varese, accresce l’autostima. Abbiamo messo dentro molti ragazzi che erano rimasti in tribuna nelle partite scorse, e oggi hanno fatto bene. In fondo hanno dovuto affrontare gente come Luoni, che l’anno scorso era in Serie B, e lo hanno fatto alla grande. A testa alta. Dando il 110%. Se fosse stato un incontro di boxe, avremmo perso al 15° round.
Poi c’era anche Gheller, che è tanta roba. È uno che in difesa è sempre al posto giusto e smista i palloni senza sbagliare mai. Ha 40 anni e sta fermo in campo, ma tocca il doppio di palloni rispetto a chi corre due volte più di lui. Anche noi ne abbiamo uno che sarà così tra un paio d’anni…
Donghi. Quest’anno ha avuto tante proposte ma quando mi ha detto “Io voglio rimanere qui per passione e divertimento”, l’ho tenuto subito. Il calcio non può essere solo business.
Quale, business?
Sconsolante, così si tiene in ostaggio una squadra. Si tiene in ostaggio una città e i tifosi. Se fosse capitato a me, l’avrei preso e mandato via a pedate nel sedere in meno di due secondi e sarei retrocesso, orgoglioso della retrocessione. Fortunatamente, qui tra i dilettanti, non ci sono certi personaggi. I contratti con i giocatori li firmo guardandoli negli occhi, e se capisco che non hanno la testa giusta li mando via. Se siamo qui a bere birra e a mangiare è per fare gruppo.
Il gruppo è tutto: visto quanti ragazzini c’erano in tribuna?
Loro sono delle giovanili. E se vedono il gruppo della prima squadra così unito, ne vogliono fare parte. Questo è il nostro segreto: divertirci tutti assieme.
Noi abbiamo un bel settore giovanile. Cioè, a me piace. Mi piace perché quei ragazzini prendevano delle batoste a ogni partita: 5-0, 8-0, 3-0. Quando poi, una volta, sono riusciti a fare un gol, avreste dovuto vedere i loro occhi e la loro festa quando la palla è finita in rete. Avevano vinto la loro Champions League. Sapete cosa abbiamo fatto, allora?
Li abbiamo portati a mangiare una pizza tutti assieme. Condividere la felicità, come le difficoltà, è tutto nello sport. È il motivo che deve spingerti ad amarlo. Lo sport è unione.
Avete visto il nostro campo? È perfetto e l’Atalanta, di tanto in tanto, ci chiede di fare delle amichevoli per poterlo usare. Callisto, che lo cura, è gelosissimo: toccategli la moglie ma non il campo. Ora, dopo la partita, è lì a tappare le zolle che saltano.
Tra i dilettanti le cose le facciamo per amore. Soprattutto per amore. Per voglia di farle. Sapete cosa vi dico? Che a voi del Varese vi auguro di tornare in Serie B al più presto. Anzi, di andare più in alto ancora, perché per blasone, il vostro posto è lì. Pero…
Però, allo stesso tempo vi auguro di portarvi dietro lo spirito dell’Eccellenza. Lo spirito dei dilettanti. Lo spirito di questi campi. Quando una società fallisce è giusto spazzare via tutto e ricominciare dal basso. Perché solo così si possono scoprire i veri valori del calcio. E una volta che li vivete, li dovrete portare dietro per sempre. Come una bandiera da esibire con orgoglio.
Siete una bella realtà, avete dei tifosi spettacolari che un mercoledì pomeriggio sono venuti fin qui, solo per amore puro dello sport e della maglia.
A fine stagione organizziamo una partita per festeggiare la vostra promozione. Forza Varese.