progressione: 14-9; 33-19; 52-28
Varese: Marinello 4, Geninazzi 14, Blomquist 12, Damiano, Silva 4, Mazzolini 2 Lindblom 7, Kim 21, Fiorentini 1, Roncari 4. All. Riva
L’Hs Cimberio Varese ha onorato il Tempio e le semifinali playoff del massimo campionato italiano sono sue: sconfiggendo Giulianova con il punteggio di 69-49, i ragazzi di Daniele Riva si sono garantiti la possibilità di volare ancora sulle ali di un sogno che non sembra conoscere risveglio. La vittoria dei biancorossi seduti è stata costruita con impeto fin dalla palla a due: difesa impenetrabile, attacco fluido e ben movimentato e sicurezza nei propri mezzi ne sono stati i solidi mattoni.
Il segreto, al di là della superiorità tecnica, è forse racchiuso nel pre-partita, all’interno di un palazzetto ancora deserto: non sono ancora le 20, il pubblico che riempirà in buon numero le seggioline rosse e bianche è ancora lontano e il silenzio la farebbe da padrone se non fosse per la musica assordante da discoteca diffusa dagli altoparlanti.
La concentrazione, però, è uno stato dell’anima ed è capace di fluire incorruttibile da agenti esterni. Riva raduna i suoi uomini vicino a quella panchina che è stata di Nikolic, di Gamba, di Rusconi, di Recalcati e oggi è del Poz. Anzi oggi è la sua: per dieci minuti i suoi ragazzi lo ascoltano come fosse un profeta. Poi quel grido – l’huddle all’americana – che non può che suonare così: «Insieme…Vincere!».
Lo stesso spirito si trasferisce poi nelle ruote che scivolano sicure sul parquet e in quelle braccia che sono il motore di tutto: seguono 40 minuti di un’intensità pazzesca, capace di emozionare tanto il pubblico affezionato – quello che normalmente riempie gli spalti di Malnate – quanto i neofiti.
In campo sono botte da orbi, scontri che non risparmiano il metallo, capottate sul legno seguite da rapide rialzate: c’è lo spirito della vita dentro un rettangolo 15×28 metri. Con la maglia bianca bordata di rosso a furoreggia il gigante Kim, sorriso contagioso ma una montagna da scalare per gli avversari; ci sono i contropiedi fulmini di Geninazzi e il tiro preciso di Lindblom. C’è soprattutto un gruppo che si muove armonioso verso vette impensabili anche solo due anni fa.
Gli spettatori apprezzano: il coro “Varese Varese” – che ormai da tempo non risuonava più sotto le volte del Tempio – riempie l’aria, così come i boati che accompagnano canestri di una bellezza rara. Non solo dei padroni di casa.
C’è un momento che riconcilia con la pallacanestro e appartiene agli avversari: Marchionni, un vero toro in maglia abruzzese, taglia lungo la linea di fondo, riceve palla, balla sulla sua carrozzella cambiando la mano del palleggio e va a depositare a canestro, subendo pure fallo. Tutti in piedi. Così avviene alla fine: l’Hs Cimberio Varese prosegue la sua marcia verso la gloria. E permette agli amanti del basket di regalarsi finalmente un sorriso.