Malpensa – Accordo quadro, «è stato compiuto un passo in avanti importante che porta a una soluzione sulle aree delocalizzate». Daniele Belotti, assessore regionale al Territorio non bada alla giunta azzerata da Formigoni, piuttosto rimarca il risultato raggiunto l’altro ieri in regione.
«Per la prima volta Sea scende in campo per i comuni: metterà oltre 10 milioni di euro (10 più Iva che diventeranno 12 milioni) per la demolizione delle case abbandonate, senza alcuna preclusione da parte degli enti locali che potranno avere qualsiasi posizione sul masterplan di Sea per Malpensa».
L’abbattimento delle oltre 500 case delocalizzate, non dovrà avere in cambio l’assenso o anche soltanto il silenzio delle amministrazioni comunali di Lonate Pozzolo, Ferno e Somma Lombardo sul piano di sviluppo di Sea per Malpensa. «Nessuno ha mai pensato di barattare un atteggiamento morbido dei comuni per contare sul contributo di Sea», rimarca Belotti. «I Comuni potranno fare ricorso contro il masterplan e assumere tutte le posizioni che vorranno. Speriamo che anche i più scettici lo capiscano». Ma, spiega sempre l’assessore «il contributo di Sea diventerà operativo quando sarà approvata la valutazione d’impatto ambientale del masterplan». Soltanto il “sì” del ministero dell’Ambiente, atteso a breve, entro la fine dell’anno, darà insomma il via libera al virtuosismo del gestore aeroportuale che non ha peraltro ancora sottoscritto l’accordo di cui si è trattato l’altro ieri in assessorato.
Belotti invita a guardare quello che chiama «dato concreto». Spiega: «La demolizione è l’unica soluzione. Le case vuote e murate sono un problema sociale e continuare nell’opera di manutenzione (circa 2milioni di euro all’anno) sarebbe solo uno spreco, oltre a non esserci quasi più soldi. I comuni non pagheranno nulla e non avranno preclusioni verso il masterplan. Si apre finalmente un canale tra Sea e comuni. Siamo a una svolta nell’atteggiamento di Sea».
Nulla però varrebbe più, nel caso in cui il ministero dell’Ambiente desse parere negativo all’ampliamento di 330 ettari, circa 4 milioni di metri quadrati, del sedime aeroportuale. Sea resterebbe nei propri ranghi e le aree delocalizzate tornerebbero sotto la responsabilità dei soggetti dell’accordo quadro. E il futuro, cosa riserverà alle aree ora deserte di Case Nuove, Lonate e Ferno? «C’è l’idea di creare una società mista tra Sea e comuni per valorizzare quelle aree. Ma quello sarebbe un passo un ulteriore passo, da considerare in seguito», sostiene Belotti. «Un’infrastruttura così importante come Malpensa deve convivere con il territorio, non può essere diversamente per entrambi». Ora si attende il pronunciamento del dicastero di Corrado Clini, ministro per l’Ambiente.
Alessandra Pedroni
p.rossetti
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