Caso Boateng, la terna arbitrale sposa la tesi di Ambrosini

BUSTO ARSIZIO La terna arbitrale conferma gli urli contro Boateng e compagni. Dopo il capitano del Milan Massimo Ambrosini, sentito lunedì mattina in procura a Busto Arsizio, continuano gli interrogatori ai testimoni dei fatti avvenuti sugli spalti dello stadio Speroni nell’amichevole Pro Patria-Milan dello scorso 3 gennaio.Questa mattina davanti al pubblico ministero Mirko Monti sono sfilati l’arbitro e i due guardalinee che hanno diretto la partita conclusasi con l’abbandono del campo da parte dei giocatori rossoneri. Anche la terna arbitrale ha confermato i cori continui indirizzati contro i giocatori di colore del Milan. Si avviano così alla conclusione le indagini degli inquirenti. Dopo il capitano, venerdì sarà la volta degli altri giocatori del Milan. Oltre a Kevin Prince Boateng, il giocatore che scagliò il pallone sugli spalti, ci saranno anche gli altri giocatori di colore del Milan. A quel

punto, dopo aver ascoltato anche la loro versione dei fatti, il pubblico ministero potrà chiudere le indagini e decidere se chiedere il processo per direttissima. Una richiesta che sembra essere molto probabile. In aula i sei tifosi accusati di istigazione all’odio razziale potrebbero decidere di parlare. Cinque di loro, davanti al pubblico ministero, si sono infatti avvalsi della facoltà di non rispondere. Tra questi anche Riccardo Grittini, ex assessore della Lega Nord a Corbetta con delega allo sport e alle politiche giovanili. Nei confronti dei sei indagati, comunque, rimane il vigore il Daspo per 5 anni e l’obbligo di firma nei giorni in cui gioca la Pro Patria, oltre al divieto di avvicinarsi agli stadi. Provvedimenti fortemente contestati dai difensori dei sei imputati. Una volta concluse le indagini il processo potrebbe iniziare in meno di un mese.Tiziano Scolari

f.artina

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