Caso Del Ponte, il nostro futuro merita realismo

Noi del Comitato per un solo ospedale a Varese precisiamo che, a proposito dell’accusa d’aver scatenato la bagarre in concomitanza della campagna elettorale, trattasi di concomitanza casuale e non voluta. 
Noi, non politicizzati, eravamo partiti ben prima dell’annuncio delle prossime elezioni, in modo autonomo e disinteressato. Come la quasi totalità dei cittadini di Varese, non sapevamo del progetto megalomane e inutile del Del Ponte, ed abbiamo costituito il Comitato in tempi non sospetti, quando ci siamo accorti che nonostante le proteste nostre e di altri  nessuno rispondeva alle richieste di spiegazioni ed il progetto andava avanti (sino all’abbattimento del padiglione Vedani).

Il comitato per un solo ospedale a Varese
Dotti, Pirone, Bottelli, Giudice, Cazzola, Gronchi, Gervasini
Le strumentalizzazioni sono di chi strumentalizza il caso. Se c’è un movimento d’obiezione civica nato spontaneamente, senz’interessi di parte, mirato al bene collettivo, questo è il movimento che contesta il megapolo pedriatico al Del Ponte. Gli si possono (debbono, per chi ne dispone) opporre argomenti, non gli si possono (debbono, per tutti) lanciare fatwe. Le pregiudizialità sono sempre prive di saggezza. E le demonizzazioni facili e suggestive, ma inutili e pericolose. Lo scrittore parigino Joris Karl Huysmans scrisse che il demonio non può nulla sulla volontà, pochissimo sull’intelligenza e tutto sulla fantasia. 
Quando la virtuosità della fantasia si volge in vizio della fantasiosità, sul realismo cala un panno nero. In questa vicenda c’è bisogno di tutto tranne che della mancanza di realismo. Lo capisce, è il caso di dire, anche un bambino.

Max Lodi

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