Caso Uss, il manager russo: “Non voglio essere estradato negli Usa”. Difesa chiede scarcerazione

Il 40enne, figlio del governatore di una regione siberiana arrestato a Malpensa, in Tribunale a Milano per l'identificazione e l'audizione sul consenso o meno ad essere consegnato agli Stati Uniti. Il suo avvocato presenterà istanza per ottenere almeno i domiciliari

MILANO – Il cittadino russo Artem Uss, figlio di Aleksandr, governatore della regione di Krasnoyarsk, arrestato su mandato di arresto internazionale lunedì 17 ottobre all’aeroporto di Malpensa, ha negato il consenso all’estradizione negli Usa. Un no pronunciato davanti al giudice di Milano Roberto Peroni Ranchet che ha eseguito l’identificazione del 40enne. L’imprenditore, assistito dall’avvocato Vinicio Nardo, è accusato di aver acquistato dagli Stati Uniti componenti elettronici destinati ad equipaggiare aerei, radar o missili, e di averli rivenduti a compagnie russe eludendo le sanzioni in vigore.

Si sospetta che la rete finita nel mirino della giustizia americana abbia utilizzato la stessa società di copertura per trasferire centinaia di milioni di barili di petrolio venezuelano in Russia e Cina.

Ora la giustizia italiana dovrà attendere la richiesta formale di estradizione, quindi che l’intera documentazione venga trasferita per un giudizio nel merito. Da codice “entro 45 giorni gli Stati Uniti sono tenuti a fornire alla giustizia italiana il fascicolo con la formulazione del capo di imputazione, che deve essere esaminato entro 6 mesi”.

Intanto la difesa di Uss è pronta a preparare un’istanza di scarcerazione per il 40enne, ora detenuto a Busto Arsizio, con la concessione almeno dei domiciliari, in attesa che si concluda il procedimento sull’estradizione davanti alla Corte d’Appello milanese. E’ quanto ha spiegato l’avvocato Nardo al termine dell’udienza di oggi a Milano, che era solo dedicata all’identificazione dell’arrestato e alla sua audizione sul consenso o meno ad essere consegnato agli Stati Uniti. Consenso che lui ha negato.