Cassano Magnago – (l. gir.) Sono stati oltre un migliaio i cassanesi che ieri pomeriggio non si sono persi la sacra rappresentazione dei Magi: accolti davanti a Villa Oliva da una folla di angeli e pastori, interpretati dai bambini e dai ragazzi degli oratori, i tre sapienti orientali hanno attraversato a cavallo il parco della Magana per raggiungere la chiesa di Santa Maria del Cerro.
Centinaia i figuranti coinvolti nella suggestiva rievocazione dell’Epifania: la prima organizzata insieme dalle tre parrocchie cittadine, che hanno messo in scena il cammino di Gaspare, Melchiorre e Baldassare attraverso alcuni momenti di riflessione e preghiera sia all’interno dell’area verde sia sul sagrato della parrocchiale di Soiano. Quella allestita con la regia di don Riccardo Castelli e caratterizzata da scenografie di tutto rispetto è stata una rappresentazione in grande stile, che ha restituito i Magi alla loro realtà storica di scienziati, studiosi del cielo e perciò dotati di cimeli astronomici d’epoca, messi a disposizione dal cassanese Giuseppe Macalli: una sfera armillare di fine Ottocento per le misurazioni stellari, un sestante d’argento utile per orientarsi durante il viaggio dalla Mesopotamia a Betlemme e un astrolabio con la riproduzione dell’intera volta celeste.
Il percorso si è quindi concluso all’interno della chiesa, dove i re venuti da lontani hanno deposto oro, incenso e mirra ai piedi di una famiglia cassanese, che ha vestito per l’occasione i panni di Maria e Giuseppe con il Bambino. Davanti al piccolo Gesù i ragazzi degli oratori hanno consegnato i propri salvadanai con le offerte raccolte per l’iniziativa di carità dell’Avvento.
I tre magi attorno ai quali si è radunata ieri l’intera comunità pastorale San Maurizio sono il simbolo dei tanti popoli della terra, ma anche, come ha sottolineato il parroco don Gabriele Gioia, «delle nostre tre parrocchie, con le loro diversità e peculiarità, ma proprio per questo chiamate a essere un segno importante anche per la società in cui viviamo: si può stare insieme anche se si proviene da realtà diverse, da culture e tradizioni differenti». Insomma, ha spiegato il sacerdote, «il momento che abbiamo vissuto oggi non è una fiaba, ma qualcosa che deve tradursi in un valore per la nostra vita».
A concludere la celebrazione il tradizionale bacio a Gesù Bambino: centinaia i fedeli, di tutte le età, che si sono messi in fila lungo la navata centrale della chiesa per il simbolico rito con il quale si sono chiuse le feste natalizie. Ad attendere i più piccoli in piazza, subito dopo, l’immancabile calza della Befana.
p.rossetti
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