Cassano, no alla tassa sui cani Petizione per un’area recintata

Cassano Magnago – (l. gir.) Non una tassa, ma uno spazio verde attrezzato per i cani: l’idea del sindaco Aldo Morniroli di introdurre un’imposta sul possesso di fido provoca la ribellione di un centinaio di cassanesi, che negli ultimi mesi hanno sottoscritto una petizione per chiedere la creazione di un’area recintata in cui liberare i propri animali.

Il tributo a cui sta pensando il primo cittadino servirebbe al Comune per assumere una persona incaricata di ripulire i luoghi pubblici dagli escrementi lasciati dagli animali e non raccolti dai proprietari. All’inciviltà, però, si potrebbe forse porre un freno mettendo a disposizione «uno spazio circoscritto, chiuso da un cancelletto e all’interno del quale lasciar correre il proprio cane, riuscendo a tenerlo sotto controllo e a provvedere più facilmente alla raccolta dei “bisognini”»: a spiegarlo è Monica Rizzelli, che ha già presentato la proposta in municipio lo scorso agosto. Da allora, ricorda, «non ho ricevuto alcuna risposta»: nel frattempo, ha raccolto decine di firme, che consegnerà presto a Palazzo, a sostegno della propria richiesta. Richiesta che, osserva la promotrice dell’iniziativa, «era già stata indirizzata anni fa da altre persone al sindaco Morniroli, il quale aveva promesso l’allestimento di un’area nei dintorni del cimitero, mai realizzata: non è possibile che un Comune delle dimensioni di Cassano non abbia uno spazio di questo tipo, presente in molti altri centri del circondario, anche più piccoli».

Allo stesso tempo, la cassanese suggerisce di posizionare, all’ingresso dei parchi pubblici, un dispenser per la distribuzione di sacchetti utili alla raccolta delle deiezioni solide degli animali, insieme a una segnaletica ben visibile che inviti a pulire dove il cane sporca. Secondo Rizzelli, inoltre, «mancano i necessari cestini»: è questo il caso, per esempio, di via Ungaretti, dove le aiuole pullulano dei “ricordini” degli amici a quattro zampe. Questo non significa, comunque, giustificare la maleducazione di tanta gente: «La pulizia è fondamentale, ma bisogna fornire tutti gli strumenti per incentivare il rispetto delle regole».

La tassa dovrebbe insomma rimanere l’ultima spiaggia, perché «non sarebbe equa un’imposta che punisce tutti, anche chi si comporta correttamente: io raccolgo sempre le feci dei miei due cani e, spesso, pure quelle che altri proprietari lasciano a terra». Anzi, la gabella «ricadrebbe soprattutto su chi osserva le norme, visto che la maggior parte di coloro che non puliscono sono proprio quei padroni che non registrano neanche gli animali all’anagrafe canina e che, quindi, non pagherebbero neppure la tassa». Il risultato, prosegue Rizzelli, sarebbe quello di «scoraggiare chi rispetta le regole: ho sentito qualcuno dire che, se deve versare una quota per l’assunzione di personale addetto alla pulizia, a questo punto non raccoglierà più gli escrementi del cane».

La cassanese condivide, in ogni caso, le ordinanze comunali che prevedono sanzioni non solo per chi non pulisce, ma anche per i proprietari che, quando escono di casa con l’animale, siano trovati sprovvisti della necessaria attrezzatura per la raccolta delle deiezioni: attrezzatura che sono tenuti a esibire su richiesta della polizia locale.

p.rossetti

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