Catania-Varese: le pagelle dei biancorossi

I ragazzi di Bettinelli sconfitti dai siciliani di Beppe Sannino. Non basta il gol di un immenso Neto. I voti di Andrea Confalonieri

Tiene in vita il Varese quando il Catania galoppa, due grandi parate, una miracolosa d’istinto puro.

Arriva dalla sua parte il cross dell’1-0, Rosina lo fa soffrire (ma è Rosina…) e poi siamo alle solite, quando spinge e punta il fondo o crossa, ha qualcosa di Zecchin . Con un terzino in più a gennaio, magari il Betti potrà permettersi di usarlo solo per spingere, dove è il migliore.

Con Calaiò è guerra sporca, e per noi l’ha vinta Martino perché quel fantastico 1-0 è tutto merito dell’avversario e non demerito suo.

Meritava di più ma deve capire di non beccare ammonizioni stupide a metà campo con davanti almeno tre quarti di partita. In certi momenti devi anche ragionare e non lasciare vincere solo l’istinto.

Deve accendere un cero a Sant’Agata perché, non visto, abbatte Calaiò a palla lontana: era rosso diretto. E poi su Rosina non viene punito col giallo. Ma se non avesse rischiato tutto usando le cattive, il Varese sarebbe stato sotterrato.

Primo cross dopo 17’, è nervoso e su un fallo a fine tempo protesta inutilmente venendo ammonito: Bettinelli fa bene a non rischiare e a toglierlo. Approccio non da Zecco.

Ha ragione Sannino, lui è il barometro del Varese: nel primo tempo merita di andare sotto ma nel secondo stravince, come noi. E comunque è quello che si adatta prima di tutti alla battaglia, e trasferisce questo clima ai compagni.

In cattedra quando il Varese nella ripresa domina, col gioco ovviamente, mentre resta un po’ nell’ombra se il match è solo muscolare.

Fa la cosa giusta ma va sempre un centimetro oltre. Un passo in più prima di dare la palla, un tiro in più prima di servire un compagno. Ma l’atteggiamento è spregiudicatezza e palle, da ala e da Varese.

Duecentesima partita in Italia solo con due maglie: Varese e Itala. Anzi, Itaca. E lui è Ulisse. È il primo a correre nella sua area a recuperare palloni,il primo a riaprire la partita e per poco la chiudeva anche, se sul suo assist Miracoli l’avesse buttata dentro. Repertorio vivente del calcio: assist, gol, anima, corsa.

Tocca due palle: un gol annullato e un altro clamoroso parato o sbagliato ma non c’importa. Perché davanti alla porta lui c’è sempre.

Stavolta altruista ma sbaglia la palla della vita: è solo davanti al portiere, evita il tiro e la passa. ll fiuto del gol e l’odore del sangue li ha ma non li segue. Contro un’altra squadra avresti passato quella palla, Bruno?

Lungo infortunio ma impatto molle.