Cavalcare l’entusiasmo. E restare sempre al vento

Il punto di Gabriele Galassi

Il meritato giorno di riposo è già alle spalle, al pari della netta vittoria incassata a Venegono contro la Varesina. Bisogna subito guardare avanti, perché giovedì c’è il Gozzano e domenica la trasferta in casa della Bustese. Tre partite in sette giorni, a cui si aggiunge l’ultimo impegno del girone d’andata (domenica 18 a Masnago contro il Verbania) a cui il Varese può e deve chiedere il massimo. Perché il titolo d’inverno non conta e non si mette nel palmares,

ma comunque schifo non fa. Ma soprattutto perché l’anno nuovo si aprirà con l’assoluto big match del campionato: domenica 8 gennaio, stadio Franco Ossola, Varese-Cuneo. Una data da cerchiare in rosso sul calendario 2017, da raggiungere con il vento in poppa. Per questo arrivarci con la pancia piena (di punti, s’intende…) sarebbe il modo migliore per affrontare quella che, giornata dopo giornata, sembra delinearsi come la Contendente (con la C maiuscola, che al momento rende di più l’idea rispetto alla A di avversario) per il sogno. Portare a casa il massimo in questo trittico (+ 1) aiuterebbe poi a lavorare con il massimo di serenità durante la pausa, corta e fredda, noiosa ma fondamentale. E sarebbe un bel regalo da fare a chi sta lavorando senza sosta per rendere la squadra ancora più forte, completa, di spessore, viva, carica. Il diktat è chiaro: per vestire la maglia più bella bisogna meritarsela, seguendo, per esempio, le orme di quel Cusinato che Baiano ha rilanciato sicuro delle sue qualità e, ancor di più, del suo spirito, sacrificio, impegno. Qualcun altro potrebbe arrivare, resta solo da sciogliere il dubbio sul dove. In attacco? Pista interessante, soprattutto se porta a un bomber che sappia scaldare a suon di gol la Bora gelida che scende giù dal Sacro Monte nei mesi invernali. A centrocampo? Alla mediana a 2 che Baiano sta cavalcando qualità ed esperienza possono fare molto comodo, anche se dovesse essere necessario attendere gennaio. La certezza è ancora, e sempre, una. Anzi, due: società e tifosi ci sono. E ci credono. Perché quando il Varese è determinato, intenso, corto, unito, cattivo – come domenica a Venegono, tanto per fare un recente esempio – la spinta sale. L’impegno aumenta. L’entusiasmo cresce. E nessun obiettivo diventa così irraggiungibile.