C’è anche Marsico sul Mar Rosso «Qui è tranquillo»

Fuga dall’Egitto, a Malpensa i charter per il Mar Rosso partono vuoti. Ma la situazione a Sharm-el-Sheik «è tranquilla», stando alle testimonianze dei varesini che sono là in vacanza.

Dopo che nel tardo pomeriggio di venerdì la Farnesina ha emanato l’avviso in cui sconsigliava le partenze per l’Egitto, per il precipitare della situazione, i tour operator si sono affrettati a cancellare tutti i pacchetti già venduti per il Mar Rosso.

«A quel punto non c’erano alternative alla cancellazione – spiega , titolare dell’agenzia viaggi Stella Azzurra di Busto Arsizio – i clienti sono stati subito avvisati». I disagi sono stati contenuti, con i turisti che hanno evitato di recarsi in aeroporto: si sono presentati a Malpensa solo una sessantina sui settecento previsti sui voli. Così quattro charter in partenza per l’Egitto sono decollati senza passeggeri, solo per riportare a casa i turisti che rientrano in Italia, mentre invece il traffico di linea è regolare.

Ora, per chi ha in mano il biglietto per i resort del Mar Rosso, le agenzie di viaggio hanno già avviato le procedure di “riprotezione”, che prevedono il dirottamento dei turisti su altre proposte equivalenti, anche in altre date, oppure il rimborso del viaggio. Tra i turisti in trasferta in Egitto ce n’è anche uno illustre, il politico varesino consigliere regionale del Pdl, che è da una settimana in ferie con la famiglia in un villaggio turistico a Sharm-el-Sheik.

«Qui va tutto bene, anche se sarà l’ultima settimana di attività perché sono state cancellate tutte le partenze dall’Italia – racconta Marsico – serpeggia solo un po’ di nervosismo perché questo fatto sarà una tragedia per l’economia locale che si regge sul turismo in arrivo dall’Europa». D’altra parte Sharm-el-Sheikh, la più frequentata delle località turistiche sul mar Rosso, si trova sulla punta meridionale della penisola del Sinai, piuttosto lontano dal Cairo, tanto che è stata risparmiata anche dal coprifuoco che ha interessato invece la zona turistica di Hurghada e Marsa Alam.

Crisi in Egitto, non solo un dramma umanitario, ma anche una tegola (un’altra) per l’industria tessile varesina. «Opportunità commerciali in fumo»: scatta l’allarme tra gli operatori del settore tessile, uno dei più interessati dalle partnership con l’Egitto. I dati dell’Ice (istituto per il commercio con l’estero) lo confermano: l’Italia è il secondo partner commerciale dell’Egitto, dopo gli Usa e prima della Cina, ma soprattutto è il primo Paese esportatore di macchine tessili in Egitto, con un volume di 112 milioni di dollari di scambi registrato nel 2010. La guerra civile in corso non aiuterà le attività economiche, e le conseguenze sono tutte da verificare. «Si fermeranno moltissimi contratti e lavori, aggiungendo un grande danno economico al paese dilaniato dalle fazioni in lotta» teme , lavoratore tessile di Busto Arsizio dove è presidente di Legambiente.

«Il cotone egiziano è molto pregiato e rifornisce molte imprese del settore, mentre in Egitto ci sono anche importanti aziende italiane come il Cotonificio Albini, che ha avviato impianti di produzione – fa notare l’imprenditore, consigliere Univa per il tessile e presidente dell’associazione NewTex – forse è ancora presto per capire quali ripercussioni potrà avere la situazione di instabilità che si è creata, ma potrebbe costringere le nostre imprese a rivolgersi ad altri mercati per le forniture».

Con il rischio di un’impennata dei prezzi del cotone, visto che l’Egitto è uno dei primi produttori al mondo. Prima allarmarsi però Sandroni cita ad esempio «i precedenti della Turchia e della Tunisia, dove la situazione si è stabilizzata e le ricadute negative sugli scambi economici si sono smorzate».

Eppure le prime ripercussioni si sono già avvertite in questi mesi. «Purtroppo con il caos che si è instaurato, ci sono grosse opportunità che sfumano per le nostre industrie» ammette, direttore del Ceam di Busto Arsizio, il Consorzio Export Altomilanese che raggruppa le aziende del meccanotessile, che aveva programmato per gennaio una missione commerciale in Egitto. «Era organizzata in collaborazione con la Camera di Commercio Italo-egiziana, ma vista la situazione di instabilità che si stava profilando, l’abbiamo prima sospesa e poi definitivamente archiviata. È un peccato perché per l’industria tessile l’Egitto è un mercato molto interessante, che avrebbe potuto aprire ottime prospettive per le nostre aziende. Ora teniamo monitorata la situazione, ma ormai per questa missione se ne riparlerà non prima del 2014».

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