C’è chi ha la banca e chi ha un’anima

Non è culo, come dicono i “signori” della tribuna bresciana. È calcio. L’immensità del calcio. È Zecchin, è Sodinha: 1-1 tra poeti e palla al centro.

Non è culo. Oppure sì: è il colpo di culo di chi arde e ha coraggio. Quando Bettinelli inserisce pure Miracoli per il terzino De Vito a 7 minuti dalla fine (12 con i 5 di recupero) gioca davvero col modulo 5-5, cinque dietro e cinque davanti. In quei 12 minuti il coraggioso culo di Bettinelli (del Varese) schiaccia la brava paura del Brescia. In casa quei 12 minuti diventano 45 (primo tempo con il Trapani), ma ora aumenteranno anche in trasferta. Perché a volte basta una botta di vita: ricordate il 2-2 di Ebagua a Cittadella, guarda caso al 94’, che riaccese il fuoco nel Varese di Sannino, che sembrava stesse spegnendosi, fino alla semifinale playoff?

Non è culo. È un punto di cui riparliamo a fine stagione. Perché fa tutta la differenza del mondo che nemmeno una banale vittoria avrebbe fatto. Cambia la testa, smonta incertezze e monta certezze.

Non è culo: con tutto il male che il Brescia ha procurato al Varese, questo 1-1 è una ruota che gira. Ci hanno tolto i playoff all’ultima giornata (Castori), ci hanno tolto l’aiuto della banca (e quasi l’iscrizione) perché la banca aveva già aiutato loro grazie ai santi in paradiso, ci hanno trattato da sparring partner per tutta la giornata (udite queste frasi in tribuna: «Derby dei disperati, derby dei falliti» ma noi non ci sentiamo né disperati – oppure sì: grandissimi disperati, i migliori -, né falliti. Chi lo dice sa di essere). Quando le formiche s’incazzano, con l’aiuto del cielo, succedono cose così: pari che lasciano i lividi di mille sconfitte (loro) e fanno volare come mille vittorie (noi). Cata su (1).

Non è culo ma è un punto da dedicare ai gufacci venuti da Varese che in tribuna dicevano: non abbiamo gioco, non facciamo un tiro in porta. Meglio avere le palle che tirare in porta. Non è una magia di Zecchin, ma di tutti, a salvare il Varese, perché tutti hanno lasciato il cuore su quella mattonella per prendersi l’ultima punizione all’ultimo soffio. Cata su (2).

Non è culo ma la sfida di Caracciolo, Budel, Sodinha (Ciccio gol), Bentivoglio a De Vito, Scapinello, Capezzi, Fiamozzi. Tra chi era in serie A e chi gioca in serie B ma un giorno sogna di andarci. Noi futuro, loro passato.

«C’è da soffrire» dice Maran pensando a se stesso e a noi. «Ma il Varese sa come si fa», aggiunge. E anche tu, Rolando: non mollare.

Questa vittoria è per Ricky Sogliano (lui sa perché) e per i 105 tifosi del Varese in curva. Hanno speso 20 euro per il biglietto però alla fine sono rimasti davanti a seimila bresciani a urlare: cata su. Impagabile, indimenticabile.

Lunedì sera arriva quella squadra che vinse a Reggio Calabria facendo sbagliare un rigore a un avversario che poi acquistò sul mercato (Gerardi). Quella squadra che pareggiò in casa agevolata dall’Empoli (da 0-2 a 2-2), e poi a Lanciano (0-0), mentre il Varese puro e duro, per colpa di quegli strani e “miracolosi” risultati, rischiò di scomparire dalla mappa del calcio.

Andrea Confalonieri

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