C’è chi si indigna e chi fa finta di vivere altrove

Il lettore Marino Spini, nell’editoriale del 12 agosto, sottolinea che ci si indigna maggiormente per Schettino professore una tantum a Roma e non per altre situazioni ben più gravi.

Se Marino Spini leggesse più attentamente le lettere, si accorgerebbe di molte persone indignate per ben altro. Ci si indigna di un ventennio di malapolitica, volta solo ad interessi, tornaconto e salvaguardia di una persona: Berlusconi. Ci si indigna per l’incapacità dei politici, per la corruzione ormai radicata ad ogni livello. Ci si indigna perché le grandi aziende vanno all’estero. Ci si indigna perché centinaia di cittadini si sono ammazzati, milioni di famiglie sono in povertà assoluta, a centinaia di migliaia sono stati vanificati i diritti già acquisiti per una vecchiaia dignitosa, centinaia di migliaia di piccole e medie aziende sono fallite. Ci si indigna perché abbiamo un Parlamento con ancora 71 indagati, condannati, salvati, indultati.

Io, soprattutto, mi indigno perché la maggioranza dei cittadini è refrattaria a tutto questo, come se non fosse minimamente toccata da queste nefandezze; e vivesse in una dimensione parallela, in perenne stato catatonico-vegetativo.

Io sono anche molto indignato perché i 5 Stelle avrebbero potuto cambiare le carte in tavola, invece non lo hanno fatto, rinchiudendosi nel loro bozzolo. Potevano scendere a patti in modo trasparente con Bersani su tre punti fondamentali: modifica o annullamento della riforma del lavoro e delle pensioni Monti-Fornero, affinché i giovani potessero entrare nel mondo del lavoro; dimezzamento delle tasse su aziende, buste paga e pensioni, per far ripartire l’economia; espulsione di tutti i parlamentari sotto inchiesta o condannati, affinché l’Italia riacquistasse credibilità.

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