C’è il mondo in viale Borri Si chiama Il Giglio e la Rosa

«Per noi questo B&B significa viaggiare per il mondo senza spostarci da viale Borri».

Il B&B in questione si chiama Il Giglio e la Rosa, si trova in viale Borri 192 e prende il nome proprio dai due coniugi che con passione lo mandano avanti dal 2006: Carmelo e Rosy Giglio.

Ma l’aspetto più singolare è che chi soggiorna in quella casa sembra conservarne nel cuore il ricordo per sempre. «Un giorno ci ha suonato il campanello una ragazza del Belgio in compagnia di un ragazzo. La ragazza ci raccontato di aver vissuto in questa casa per cinque anni quando era bambina. Ha voluto entrare nella sua vecchia cameretta. E quando è tornata in Belgio ci ha inviato alcune foto, nelle quali si vede la casa che all’epoca aveva una piscina in giardino».

Un altro esempio di «ritorno» è stato quello di una professoressa di Ginevra che era venuta a Varese per il cinquantesimo della scuola Europea e che è passata dal B&B per rivederlo: ci aveva vissuto ai tempi della sua adolescenza.

E potete immaginare lo stupore quando è suonato il telefono dei Giglio e dall’altra parte della cornetta c’era una studentessa dell’università di architettura di Milano (Maria Petronela Timis) che chiedeva di poter svolgere una ricerca proprio sulla loro casa, che è un esempio di liberty. La studentessa, al termine del lavoro, ha inviato la relazione ai padroni di casa, dalla quale figura che la villa risale addirittura al 1789, ai tempi della rivoluzione francese. Pare anche che la villa fu sempre utilizzata come abitazione privata e che la vocazione all’ospitalità sia una scoperta recente, fatta proprio dai coniugi Giglio.

Per soggiornarvi sono arrivate persone da tutto il mondo. Dall’Indonesia, dal Vietnam, dalla Thailandia, dall’Iraq, dal Benin e persino dalla Nuova Caledonia. Si è trattato in molti casi di professori che gravitavano sull’università o sull’ospedale, ma anche di persone in visita a parenti o amici. Tanti gli studenti: come Noam, israeliano.

Difficile stimare un tempo medio di permanenza: si spazia dalla sola notte, a anche 10 giorni di fila. Come quella coppia della Repubblica Ceca che ha soggiornato un bel po’ nel B&B durante le ricerche di una casa nei dintorni in cui trasferirsi. «Quei ragazzi sono diventati da ospiti a vicini di casa, tanto che quando sono tornati a Opova ci hanno invitato al loro matrimonio e noi siamo andati» racconta Rosangela.

Un altro ospite particolare è stato un ciclista arrivato a Varese in bicicletta dalla Spagna. Un giovane abituato a dormire sotto le stelle ma che, con il temporale che c’era quella notte, ha bussato al B&B in cerca di un tetto dove ripararsi. «Era proprio il giorno del suo compleanno e aveva appena ricevuto in regalo dalla madre dei soldi per comprarsi una tenda – ricostruiscono i coniugi – Peccato che il suo bagaglio fosse troppo piccolo per contenerla. E così, per far posto alla tenda, ci ha lasciato la sua amaca. Con la promessa di tornare a ritirarla. Noi lo stiamo aspettando, quando verrà lo accoglieremo a braccia aperte».

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