L’attesa del piacere, si sa, è bella e intensa ancor più del piacere stesso. Anche perché, quest’ultimo, è spesso una concessione temporalmente breve fatta del destino, da gustare in piccole dosi e quando capita. Assaporare gli istanti che lo precedono, però, annusarne con certezza l’arrivo è una sorta di droga legale in grado di riempire corpo e anima, quasi fosse capace di troncare ogni attimo, fermarlo e renderlo indimenticabile.
Avessimo potuto entrare nel profondo dei tanti varesini scesi ieri pomeriggio in piazza del Podestà ad attendere, non avremmo probabilmente letto nient’altro che questo. Teenager con le gote rosse assiepate dietro le transenne, trentenni armate di cellulare ultimo modello e pronte a scattare la foto della vita, mamme appassionate più delle figlie e fidanzati pazienti e consapevoli dell’obbligo di far spazio all’amore per il Re Matto: la partecipazione popolare per il cantante viterbese ha avuto pochi precedenti in città,
se non per qualche prevendita calcistica o cestistica d’antan. Il cuore del centro, inteso come corso Matteotti, a partire dalle 13 è stato letteralmente invaso: il biglietto da visita era una coda di ragazzine con lo zaino di scuola, per nulla scoraggiate da un serpentone che, arrivato in piazza, si apriva in una testa formata da più di 500 persone.
Mengoni, a Varese per presentare l’ultimo album “Le cose che non ho”, uscito all’inizio di dicembre, si fa aspettare ed è proprio negli istanti anteposti al suo arrivo che l’atmosfera diventa bella da vivere e da descrivere. La calca gioiosa non è immobile: vive. E canta a squarciagola i successi del giovane che, partendo da X-Factor, ha scalato le vette della musica italiana, fino a vincere a San Remo e sconvolgere le classifiche di vendita. Quando parte “Ti ho voluto bene veramente” tutta la piazza si unisce in coro (potrete vedere il video di questo momento sulla nostra pagina Facebook): è la magia della musica, quella che permette ai giovani di avere ancora degli idoli e di credere ai testi delle canzoni.
C’è tanta gente che vuole bene a Marco all’ombra del Garibaldino: la riconosci dal tratto distintivo di una fascetta, di una maglietta, di un occhio che brilla. Una fan in prima fila ha addirittura una stecca di sigarette in mano, accompagnata da una lettera. Facile il riferimento a “20 sigarette”, hit di #Prontoacorrere: «Io gliene ho voluta portare qualcuna di più» dice la ragazza con un sorriso. Lei, come tutta la calca fremente, aspetta solo di poter accedere alla Casa del Disco, fare una foto e ottenere il tanto sospirato autografo.
Le star si fanno attendere, si sa. E il Re Matto dimostra di avere una corte fin troppo zelante. Quando finalmente – verso le 14.45 – la barba nera del cantante fa capolino dal negozio Baseblu, la security la mette sotto una campana di vetro e la rende quasi inavvicinabile, soprattutto dai fotografi, per ore in attesa di svolgere il loro lavoro e praticamente impossibilitati a scattare: Mengoni, come un’anguilla tenuta distante dai suoi appassionati pescatori, sguscia dentro lo store musicale e non volge (o non riesce a?) nemmeno uno sguardo alle centinaia di ammiratori.
La piazza si scalda: «Marco, Marco…», ma lui non esce più. Flop? Fortunatamente no: a poco a poco, a gruppi di dieci, i fans vengono fatti entrare per portare a casa l’obbiettivo di giornata. Viviana, sulla sedia a rotelle, sbuca per prima con un sorriso stampato sulle labbra: «Gli ho fatto i complimenti». «E’ stato gentilissimo – è invece il commento di Sara Giove e Chiara Cafazzo – Anche se la sua security non voleva, noi lo abbiamo addirittura baciato. E lui non ha fatto una piega». Insomma: bravo Mengoni, quasi “Essenziale”.