«Che emozione, zio Quasimodo è tornato»

è una poetessa di rara finezza, in procinto di pubblicare la sua nuova raccolta di liriche a settembre, “Io e l’amore” (con prefazione di ). La semplicità e l’ermetismo sono la sua cifra: e non poteva essere diversamente, poiché li eredita in linea diretta da , di cui la madre è cugina in primo grado.

Penultima di otto fratelli, Andy è nata a Palermo; all’età di due anni i genitori si trasferiscono in Germania. Dopo varie peripezie, quarant’anni fa la famiglia si stabilisce a Varese.

«A Caldé, sul lago Maggiore, c’è ancora la casa della zia, la moglie di Salvatore» racconta Andy, la quale è rimasta legatissima alla terra natale. «Ho voluto festeggiare i miei cinquant’anni in Sicilia; in quell’occasione, girando per varie scuole medie e licei, presentavo i miei libri e la figura di Quasimodo attraverso la storia della nostra famiglia e le sue poesie; “Ride la gazza, nera sugli aranci” è una di quelle che porto scolpite nel cuore e che mi rappresenta maggiormente».

È la lirica di apertura di “Ed è subito sera”, la raccolta maggiore del grande poeta ragusano, che segna la svolta ermetica e rappresenta la produzione intimistica di Quasimodo. Proprio questi endecasillabi di grande intensità, evocativi della propria terra natale sono stati scelti fra le tracce per il tema di maturità di quest’anno.

«Quasimodo era nato a Modica ma visse la sua infanzia a Roccalumera, dove gli è stato dedicato un parco: qui si trovano ancora i vagoni dei treni che transitavano dalla stazione, dove lavorava suo padre, e tante altre cose, come la scrivania, che gli appartennero nella sua casa di Milano».

Quasimodo esce dopo dodici anni di silenzio – l’anno scorso a sorpresa gli studenti si erano trovati di fronte a – e si grida al miracolo; molti studenti prediligono la traccia tecnologica, raccontando di essere rimasti in panne di fronte ad un autore non affrontato durante l’anno scolastico: i programmi iniziano col Foscolo, è dura arrivare a Svevo.

Ma un manipolo di irriducibili appassionati di poesia aggira le lacune scolastiche e si dà alla traccia letteraria.

«Ho provato nuovamente una grande emozione venendolo a sapere. E ne ho subito parlato con mio cugino Alessandro, il figlio di Quasimodo, che vive a Milano: ci vediamo e ci sentiamo spesso. Entrambi pensiamo che questo sia un segnale importante per la poesia e in particolare per la vena ermetica, che c’è ancora e va coltivata».

Chi ha scelto la traccia di Quasimodo l’ha fatto insomma con grande consapevolezza. «In questa poesia Quasimodo racconta il passato e il presente, le illusioni della vita, l’infanzia, il dolore dello sradicamento che visse sempre».

«Si tratta di un messaggio molto forte, quello delle radici e dei ricordi e chi ha scelto di far affrontare ai ragazzi questa traccia ha deciso di porla in contrasto evidentemente con tutte le altre, che si innestano al contrario sulla modernità, sul futuro».

«È una poesia di immagini – conclude Andy – pregna di valori educativi. In particolare insiste sul legame familiare, un valore classico, sano, pulito, e si innesta sui temi della terra natale e della solitudine. Io non voglio consigliare una linea interpretativa: la poesia è aperta e passibile di varie letture. Però è chiaro che da questi versi emerge, attraverso una polifonia di odori, colori, sapori, la sua grande tristezza per essere stato strappato alla sua terra».

Un messaggio fondamentale ed eterno come la poesia.

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