«Che fatica il Ramadan dietro il bancone del kebab»

VARESE «I primi giorni sono quelli più duri, poi il fisico si abitua»: con queste parole Mehmet Kaya, titolare del kebab “Imperator” in via Como, spiega l’inizio del suo Ramadan. Niente acqua, cibo e fumo fino a quando non cala il sole. I ritmi di vita e di lavoro cambiano, le abitudini si modificano. Ma non per chi vive in Occidente. «La cosa più difficile è non bere acqua – continua Mehmet – Nel negozio, a causa dei fornelli, fa caldo e in queste prime giornate ci si sente un po’ deboli. Ma, grazie alla fede, i giorni passano in fretta e il digiuno diventa una doccia depurativa per il corpo e lo spirito. È il periodo giusto per poter cambiare vecchie e cattive abitudini». Mehmet lavora dieci ore al giorno, sette giorni su sette e la colonnina di mercurio nel suo negozio segna i 30 gradi.Durante il ramadan, alle cinque preghiere giornaliere se ne aggiunge un’altra – facoltativa – la preghiera del Tarawih, che si recita di sera, dopo quella del tramonto. Mehmet prega dietro il negozio, dove c’è il cucinino. «Quado arriva il ramadan, sento un po’ nostalgia di casa. Quando inizia il mese del digiuno, nel mio Paese le città

iniziano a vivere di notte, dopo l’iftar (il pasto di rottura del digiuno), le famiglie si riversano per le strade dove si respira un clima di festa. I negozi sono aperti, le vie sono piene di gente, c’è chi mangia, chi fa shopping, chi cammina con i propri familiari». Mehmet non riesce a recarsi alla moschea per la preghiera del venerdì. «Mi manca una lettura del Qur’an senza interruzione. Così, al venerdì pregano con me mio fratello e mio cugino».Il giovane ricorda il suo primo digiuno, all’età di quindici anni. «Il primo giorno non ero riuscito a svegliarmi in tempo per poter fare colazione prima dell’alba, il sahur. Fu piuttosto difficile. Ma le ore a un certo punto iniziarono a volare via rapidamente e fu presto Maghreb e orario dunque di interrompere il digiuno». Dal 20 luglio al 18 agosto, quando il Maghreb arriva, Mehmet mangia due datteri, beve e poi inizia a pasteggiare. E se il tramonto, per le comunità musulmana, diventa il tempo delle cene, dei banchetti pubblici, per Mehmet non è proprio così. «Dopo il tramonto mangio normalmente – spiega -, a cena faccio un pasto completo ma non mi abbuffo. Altrimenti a cosa serve digiunare durante la giornata?».

s.bartolini

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