C’è un contratto – quello che lega l’attuale gestore alla proprietà comunale – che scade il 30 settembre; c’è, soprattutto, il rischio concreto di perdere un divertimento a cui i varesini di tutte le età sono molto legati, non fosse altro perché almeno una volta nella vita sono davvero tanti coloro che hanno impugnato mazze e palline nel campo di via Copelli.
La vicenda è intricata e non da oggi. manda avanti l’area ludica e il relativo bar annesso dal 1978, con contratti di 6 anni più 6 sempre rinnovati dall’amministrazione cittadina.
Fino al 2010, quando il Comune ha bandito una gara per la gestione cui ha partecipato un solo concorrente, la Pro loco di Varese, ovviamente risultata vincitrice. Grassi all’epoca rinunciò: «Le clausole del bando non ci trovavano d’accordo – spiega – Pertanto avevamo deciso di ritirarci lasciando spazio ad altri». L’associazione assegnataria – che aveva in mente di trasformare il campo in un ritrovo mondano pur mantenendo le buche – non ha tuttavia mai preso il controllo dello stesso e Grassi è rimasto al suo posto. Perché? «Ho aspettato che l’amministrazione mi corrispondesse l’indennità di uscita che mi spetta dal vecchio contratto ma non è successo. Con la Pro loco non siamo riusciti a trovare alcun accordo per proseguire insieme e quindi ho continuato da solo».
Con il beneplacito del Comune, evidentemente, il quale – a detta di Grassi – non si è fatto più vivo fino agli ultimi giorni: «Per anni ho cercato di proporre soluzioni che mi sembravano eque per tutti: nessuna risposta ottenuta. Ad aprile, sei mesi prima della scadenza dei termini, ho mandato regolare disdetta ma anche questa non ha avuto seguito. Non ho nemmeno potuto organizzarmi con i fornitori: se sapessi almeno di dover chiudere eviterei di fare le ordinazioni».
L’incertezza che Grassi lamenta nasconde lo spettro di una totale rivoluzione nel vecchio minigolf: «Vogliono riconvertire l’area ma non mi hanno mai specificato come. Io e la mia famiglia abbiamo resistito per molto tempo e con passione e non ne faccio un problema solo personale: è Varese che resterebbe priva di un qualcosa che le appartiene e non c’è da nessun’altra parte». Grassi è rimasto sconcertato soprattutto dal silenzio: «Quello sulla buonuscita e su tutte le proposte da noi fatte per dirimere la questione. Che intenzioni ha Palazzo Estense?».
In attesa della risposta istituzionale e di sentire le opinioni in merito anche della Pro loco, la preoccupazione cresce.
In caso di chiusura, ai Giardini verrebbero meno anche l’unico bar e le uniche toilette disponibili esistenti nell’intero parco. Ed i cittadini smarrirebbero un pezzo di storia che ha travalicato le generazioni con una magia rimasta pressoché intatta.
Il minigolf non è solo un pezzo di antiquariato: ieri pomeriggio, in una delle poche giornate di sole di questa maledetta estate, risultava pieno di frequentatori. No, non è solo una questione di ricordi.
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