Chi dopo Galimberti? Il centrosinistra varesino apre il cantiere del 2027

Il sindaco uscente non potrà ricandidarsi e avrà un ruolo decisivo nella scelta del successore. Spunta il nome dell’ex magistrato Giuseppe Battarino come figura civica capace di allargare il campo e rinnovare la proposta.

A Varese si vota nella primavera del 2027. Due anni, sulla carta, sono un’eternità. Ma per la politica — e soprattutto per la scelta di un candidato sindaco — rappresentano un battito d’ali. Il centrosinistra varesino, consapevole del tempo che stringe e delle dinamiche interne da gestire, ha già acceso i motori, seppur silenziosamente. Le grandi manovre sono cominciate.

Il ciclo Galimberti verso la conclusione

Davide Galimberti è al suo secondo mandato. Ha conquistato Palazzo Estense nel 2016, espugnando una roccaforte storicamente di centrodestra, e ha confermato la leadership nel 2021. Una doppia vittoria che ha rafforzato la sua figura all’interno del Partito Democratico e nel panorama politico cittadino. Ma proprio perché al secondo mandato, la sua corsa si ferma qui. Non si potrà ricandidare. E allora la domanda è inevitabile: chi verrà dopo di lui?

Il tempo del rinnovamento

In politica l’usura del potere è fisiologica. Anche per chi, come Galimberti, ha governato con un solido consenso e lasciato tracce tangibili. Per questo nel campo progressista si ragiona sulla necessità di presentarsi al 2027 con una proposta nuova, capace di raccogliere l’eredità amministrativa e, al tempo stesso, di parlare a elettori in cerca di discontinuità. Non solo un cambio di nome, ma una rigenerazione di linguaggio, stile e identità.

L’ipotesi civica

Tra le ipotesi che circolano — rigorosamente fuori dalle dichiarazioni ufficiali — prende quota quella di una candidatura civica, esterna ai partiti e alla giunta attuale. Una figura riconoscibile, autorevole, in grado di rappresentare l’area progressista senza appartenervi formalmente. In altre parole: un nome capace di unire, senza dividere.

Battarino, il nome che circola

E in questo contesto è affiorato, nei corridoi e nelle conversazioni informali, il nome di Giuseppe Battarino, ex magistrato, con una lunga carriera tra Varese, Roma e la Calabria. Figura riservata ma conosciuta, apprezzato per i suoi interventi pubblici, docente, scrittore, formatore giuridico. È stato protagonista di iniziative civiche e culturali, con un’attenzione costante per il territorio dell’Insubria, a cui è legato da sempre.

Le sue relazioni sono trasversali: si dice vicino al mondo accademico, ma anche stimato da esponenti di entrambi gli schieramenti politici. Amico, tra gli altri, dei parlamentari Alessandro Alfieri e Chiara Braga, ma anche del ministro Giancarlo Giorgetti, del deputato luinese Andrea Pellicini e del presidente lombardo Attilio Fontana. Un profilo ibrido, che proprio per questo potrebbe essere l’uomo giusto per una sfida nuova.

La parola al sindaco uscente

Chi avrà l’ultima parola sulla scelta del candidato? Tutti gli indizi portano ancora a Galimberti. Il sindaco uscente conserva un peso decisivo nella costruzione del futuro centrosinistra: ha crediti politici, relazioni consolidate e una visione che non ha esaurito la sua spinta. Il Partito Democratico, pur con tutte le sue dinamiche interne, gli riconosce il diritto di prima proposta. Sarà lui a orientare la partita, almeno nella sua fase iniziale.

Un cantiere appena aperto

Al momento, è bene chiarirlo, non c’è nulla di definito. Non ci sono incontri ufficiali, né trattative formali. Solo ipotesi che cominciano a prendere forma, riflessioni a mezza voce, sondaggi tra addetti ai lavori. Ma il fatto stesso che se ne parli, che certi nomi circolino in ambienti politici e civili, dice molto. Il centrosinistra varesino sa che il tempo è iniziato a scorrere. E che il cantiere per il dopo-Galimberti non può più restare chiuso.