Chi è Eva Kaili, la bella eurodeputata socialista amante dei contanti

BRUXELLES – Dal giornalismo alla grande politica. Prima dell’arresto in Belgio per l’inchiesta sulla corruzione di funzionari europei che ha coinvolto anche l’ex eurodeputato del PD Antonio Panzeri, la carriera di Eva Kaili, bellissima vicepresidente del Parlamento Ue eletta con il partito socialista del Pasok, aveva seguito il percorso comune a molti altri politici greci.

Nata a Salonicco 44 anni fa, Kaili è laureata in architettura e dal 2004 al 2007 si è fatta conoscere come uno dei volti di punta del telegiornale di Mega Channel, popolare canale della televisione greca, dove ha lavorato come presentatrice.

In Grecia ha svolto anche attività di consulenza per un gruppo di media e per l’Associazione dell’industria farmaceutica. Tra i più giovani deputati del Pasok eletti nel 2007 nel Parlamento ellenico, nel 2014 è arrivata all’Eurocamera a Bruxelles, dove ha conosciuto il compagno, l’italiano Francesco Giorgi (anche lui tra i fermati), con il quale ha una figlia. Nel gennaio scorso il grande salto, quando è stata eletta vicepresidente del Parlamento europeo.

Eva Kaili

Nel domicilio della vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili, a Bruxelles, sono stati trovati “più sacchi” contenenti denaro in contanti, a quanto riferiscono diversi media francofoni, tra cui il quotidiano belga l’Echo e il settimanale francese Valeurs Actuelles. Kaili è quindi stata fermata nell’ambito dell’inchiesta per presunta corruzione in flagranza, cosa che spiega il motivo per cui non è scattata l’immunità parlamentare, che viene meno in questi casi. 

A detta del segretario del Pasok Nikos Androulakis, che ha estromesso Kaili dal partito, i guai dell’eurodeputata con la sua famiglia politica erano iniziati già tempo prima. “Dal momento in cui ho denunciato lo scandalo intercettazioni in Grecia lo scorso luglio, Kaili ha detto che si trattava di una cosa comune già successa ad altri”, ha spiegato Androulakis, affermando di aver comunicato già a settembre all’eurodeputata che non sarebbe stata ricandidata con il Pasok.

Androulakis è stato infatti il primo politico ad avere rivelato un tentativo di hackeraggio del suo cellulare da parte di ignoti con lo spyware Predator. La sua denuncia è stata la miccia che ha fatto scoppiare nel Paese il cosidetto ‘watergate greco’. In quell’occasione Kaili era stata intervistata dall’emittente Mega e aveva affermato che intercettazioni simili a quella del segretario del suo partito erano state denunciate da eurodeputati di altri Paesi, e lei stessa si era definita vittima di un attacco analogo, sempre da parte di ignoti, durante un viaggio nella penisola arabica.

Un’affermazione che non era piaciuta ai vertici del suo partito, ma secondo il portavoce del governo greco Yannis Economou “la signora Kaili è stata una stretta alleata politica di Androulakis per molti anni: lavorano insieme dal 2014, quando sono stati entrambi eletti deputati al Parlamento europeo”.