Debutto fortunato a Rapallo per il nuovo lavoro di Andrea Chiodi.
È Elisabetta Pozzi la protagonista di “L’antica Bellezza. Elena”, la storia di Elena di Troia attraverso i testi di Omero, Ritsos e Seferis e diretta dal giovane regista varesino.
«È stata Elisabetta a volermi come regista e ne sono onorato. Il debutto a Rapallo nell’ambito del Festival di Valle Christi è un privilegio. Lo spettacolo è curioso e interessante».
La particolarità della proposta arriva proprio dalla scelta registica che pone la storia di Elena ai giorni nostri.
«L’ho immaginata in una sorta di night club. Elena è una vecchia cantante di night che vive oggi, ma è la stessa di 3-4mila anni fa. È vista come vivrebbe nell’oggi, come se fosse una diva, in fondo come quel grande mito di bellezza che è giunto fino a noi e in grado di influire nella politica, come fecero Marilyn Monroe ed Eva Peron. Cantanti, attrici, artiste che entrarono prepotentemente nella vita dei potenti: questo è stata Elena di Troia».
Elena ammaliatrice del poema omerico si mostra ormai sfiorita, ricordando l’antica bellezza.
«Lo spettacolo ripercorre la grande poesia del testo omerico con il passato splendente di Elena, i suoi amori, la guerra di Troia, le sue ancelle, la grande storia».
Un debutto speciale quello di ieri sera a Rapallo che ha visto l’apertura del festival da parte della genovese Pozzi, madrina della kermesse.
Uno spettacolo semplice anche nell’allestimento: cinque grandi sgabelli da night, un amplificatore e un microfono. Elisabetta per far rivivere Elena veste abiti cosparsi di brillanti e di lustrini, scarpe con tacco dodici e porta i lunghi capelli bianchi raccolti nello stile Brighitte Bardot.
«Elena è diventata vecchissima, ma è ancora meravigliosa. Il tutto fa risultare uno spettacolo strano, curioso, divertente».
È un legame speciale ormai quello che lega Andrea Chiodi ed Elisabetta Pozzi. «Per me tutto questo è straordinario. Sono molto grato a Elisabetta per avermi chiesto di curare la regia. L’intesa tra noi è nata dopo che abbiamo lavorato insieme per Giovanna D’Arco presentata al Festival “Tra Sacro e Sacro Monte”. Il fatto che un’attrice del suo calibro mi abbia voluto al suo fianco è un bel attestato di fiducia. C’è una bella squadra con lei e Daniele D’Angelo che ha curato la drammaturgia e le musiche che in questo spettacolo sono importantissime».
Si tratta, infatti, di una rappresentazione quasi completamente musicale: la drammaturgia passa attraverso le note dal cha cha cha alle musiche da grande show.
«Per un regista giovane è un attestato di fiducia enorme ed è un’esperienza importante perché impari molto. Lei, una delle grandi attrici del nostro teatro, è contenta di lavorare con me e io lo sono ancor più di farlo con lei. Per di più mi ha scelto per uno spettacolo a cui tiene molto con uno dei suoi autori preferiti come Ritsos e le figure legate al mito classico che ama molto. Poteva chiamare il regista che voleva è ha chiamato me».
All’orizzonte per Chiodi, reduce dal successo dell’ultima edizione del festival varesino “Tra Sacro e Sacro Monte” ci sono nuovi impegni in Italia e all’estero:«Ho in ballo una serie di cose tra cui un “Don Giovanni di Mozart” per un importante teatro estero, ma ancora si stanno definendo i dettagli. E poi il Duomo di Milano il prossimo anno. Sono contento perché è un periodo di grande fortuna lavorativa: vengo chiamato, cercato. Sono bei segnali di incoraggiamento per questo che è sempre di più il mio mestiere».
Bei risultati per un regista di teatro giovane, come capita di essere etichettati in Italia fino ai 40 anni e oltre, e soprattutto partito dalla provincia lombarda.
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