Milano, 07 set (TMNews) – Non c’è pace per il Giro di Padania. Anche oggi, alla partenza e durante lo svolgimento della seconda tappa, alcuni manifestanti – tra cui esponenti di Rifondazione Comunista e Pd – hanno pesantemente contestato il passaggio della corsa verde a Savona, costringendo i corridori a deviare il percorso.
Già ieri spintoni e momenti di tensione con forze dell’ordine e ciclisti. Davanti alla Torretta di Savona, questa mattina, il replay. Protagonista, suo malgrado, degli scontri anche Ivan Basso: “Siamo dei ciclisti e siamo venuti a questa gara per correre, chiediamo che il pubblico ci permetta di farlo”, l’appello del varesino. “Siamo stati insultati – raccontano in una nota degli organizzatori della corsa – e qualcuno è andato anche oltre ai fatti e ci ha rifilato delle sberle. Per noi questi comportamenti sono inaccettabili: siamo degli sportivi, ci alleniamo e fatichiamo quotidianamente per poter correre, non accettiamo che i nostri sforzi vengano resi vani in questo modo”.
La vicenda ha avuto immediate ripercussioni in ambito politico: “Quello che è successo oggi a Savona è gravissimo – afferma in una nota il sottosegretario leghista Michelino Davico -. Due ciclisti, due professionisti come Ivan Basso e Sasha Modolo, atleti di cui dovremmo andare fieri, sono stati aggrediti e colpiti da un gruppo
di contestatori che non gradivano il passaggio di una corsa che ha il torto di avere una denominazione che non alcuni non condividono. Ora che Basso e Modolo sono stati colpiti chiediamo, come organizzatori e prim’ancora come sportivi, che i ciclisti siano rispettati e che questi aggressori di Savona siano identificati e denunciati”.
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