VARESE Piove, fa freddo ed è arrivato l’inverno: sì, è decisamente il giorno giusto per mettersi a giocare con i numeri. Guardarsi indietro, e non tanto per fare paragoni o per rivangare il passato (perché, come dice Vitucci, con il passato di Varese si perde sempre), quanto per rendersi conto di una cosa: la Cimberio sta facendo qualcosa di meraviglioso.
Già: perché con il successo su Reggio Emilia la striscia vincente di Ere e compagni è salita a nove. Nove partite senza mai perdere, nove partite vinte in tanti modi diversi e mostrando ogni volta un volto nuovo: i record recenti, quelli che tutti ricordiamo ancora, sono ormai polverizzati.
Polverizzato quello dei Roosters del 1999 che si fermò a sette successi in fila, polverizzato quello della Ranger di Sacco che nella stagione 1989/90 arrivò a otto vittorie prima di essere sorpresa in casa dalla Montecatini di Mario Boni. Per trovare chi ha fatto meglio bisogna andare indietro: e scomodare, scusate se è poco, la Ignis stellare.
Come lo squadrone del ’75
Stagione sportiva 1970/71: signore e signori, ecco la Grande Ignis. Con lo scudetto appuntato sul petto, i ragazzi allenati dal grande Aza Nikolic dominarono il campionato infilando una striscia iniziale di vittorie che arriva fino a diciotto. La prima sconfitta arrivò, ovviamente, nel derby contro il Simmenthal Milano del 14 marzo 1971 quando Varese perse di un solo punto: 73-72. In quella stagione arrivarono lo scudetto e la vittoria della Coppa Italia, mentre in Coppa dei Campioni la Ignis si arrese all’Armata Rossa nella finale di Anversa. Flaborea, Meneghin, Ossola, Raga, Rusconi, Vittori: una formazione che gli studenti di Varese dovrebbero mandare a memoria. Diciotto vittorie sono tante: nel basket di oggi strisce di questo calibro sono praticamente impossibili da raggiungere.
La squadra di Vitucci, va detto, ha però raggiunto e superato la Ignis della stagione 1966/67 (la squadra di Tracuzzi si fermò a sette vittorie, e in campionato giunse seconda alle spalle di Milano) e quella del 1962/63 (sette vittorie e, ancora una volta, seconda dietro al Simmenthal). A quota nove, quindi appaiate dalla Cimberio, si sono poi fermate la Ignis del 1961/62 (sconfitta nello spareggio dal Simmenthal), quella del 1969/70 (campiona d’Italia), e quella del 1974/75 (seconda dietro Cantù ma campione d’Europa ad Anversa contro il Real Madrid).
Nel mirino, ferma a quota dieci, ecco la Ignis del 1960/61 (poi campione d’Italia) mentre a undici vittorie si sono fermate la Ignis del 1972/73 (quella che vinse tutto, con Bob Morse) e la Emerson del 1980/81 di un giovanissimo Cecco Vescovi (prima in stagione regolare, terza alla fine dietro a Cantù e Bologna).
L’invincibile Milano le vinse tutte
Usciamo da Varese, per spulciare nel libro dei record del campionato e scoprire che la striscia più lunga appartiene all’Olimpia Milano che nel campionato 1962/63 riuscì nell’impresa di compiere il percorso netto. Campionato intero, ventisei partite, senza mai conoscere il sapore della sconfitta. Quella striscia incredibile continuò anche nella stagione seguente, fermandosi a quota quarantasette con la sconfitta (80-79) sul parquet della Libertas Livorno datata 9 febbraio 1964.
Fin qui abbiamo parlato di strisce vincenti dall’inizio della stagione, di squadre imbattute. Se invece andiamo a vedere i periodi più lunghi di imbattibilità, scopriamo che il record varesino appartiene sempre alla Ignis del 1970/71 e alle sue diciotto vittorie. Milano fa ovviamente la voce grossa con quella stagione e mezza senza sconfitte (dal 4 febbraio 1962 al 9 febbraio 1964), mentre è curioso andare a scoprire che in tempi più recenti due squadre hanno dominato il nostro campionato mettendo a segno strisce vincenti lunghissime. Clamorosa quella della Virtus Bologna, capace nel 2000/2001 di infilare ventuno successi consecutivi (e di vincere campionato, Coppa Italia ed Eurolega). Senza dimenticare Siena, che per ben due volte ha messo in fila diciannove vittorie: stagione 2008/2009, stagione 2009/2010. Ovviamente, due scudetti.
Francesco Caielli
a.confalonieri
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