Cina e rischio bancarotta Gm affondano la Borsa di Tokyo: (-3,5%)


Tokyo, 6 mar. (Apcom)
– L’allarme sulla potenziale bancarotta di
General Motors e la delusione per il mancato annuncio di nuove
misure per il rilancio della Cina hanno smorzato l’ottimismo che
aveva sollevato ieri le sorti della Borsa di Tokyo (aveva chiuso
con il Nikkei a 1,95%) facendola piombare di nuovo in territorio
negativo. Alla chiusura l’indice Nikkei dei 225 titoli guida ha
perso 260,39 punti, pari al 3,50 per cento, scendendo a 7.173,10
punti. Si tratta del livello più basso raggiunto dal 27 ottobre e
di un arretramento del 5,22% su base settimanale. Il Topix ha
ceduto 20,16 punti (-2,72%), pari a 721,39 punti. Nella media il
volume delle transazioni, con 2,06 miliardi di titoli scambiati.

Ad essere stati penalizzati sono soprattutto i bancari:
Mitsubishi UFJ Financial ha perso il 4,8%, Mizuho Financial Group
il 4,9% e Sumitomo Mitsui Financial Group il 6,4%. Lo yen è
aumentato sia sul dollaro che sull’euro incidendo negativamente
sugli esportatori: Toyota ha ceduto il 2,8%, Honda il 4,9%, Canon
il 2%, Panasonic il 2,4% e Sony il 3,8%.

Come a Wall Street, dove l’indice Dow Jones è precipitato al 4,09%, il livello più basso dal 1997, anche gli investitori giapponesi sono stati spaventati da una potenziale liquidazione di GM. Il titolo della casa automobilistica di Detroit e’ scivolato sotto la soglia dei 2 dollari, lasciando sul terreno il 15% circa, dopo che il rapporto annuale consegnato dai vertici dell’azienda alla Sec (la Consob americana) ha sollevato forti dubbi sulla capacita’ di proseguimento nelle normali operazioni di

produzione. Il gruppo ha gia’ ricevuto 13,4 miliardi di dollari dal governo americano ed avrebbe bisogno di prestiti per almeno 30 miliardi per cercare di superare la crisi. Anche il rapporto del premier cinese Wen Jiabao all’apertura della sessione annuale dell’Assemblea del Popolo ha deluso: Wen ha garantito che la Cina manterrà una crescita al 8% per il 2009 ma non ha annunciato nessuna misura straordinaria per il rilancio dell’economia come invece avevano previsto alcuni analisti.

Chb

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