Clerici esterna sulle Pussy Riot “Giusto condannarle”

VARESE La mobilitazione internazionale per la liberazione delle Pussy Riot si arena a Varese. Il gruppo punk russo condannato a due anni di prigione per avere intonato una canzone anti Putin ed anticlericale nella cattedrale di Mosca non ottiene le simpatie del centrodestra varesino. E a dare il via a quello che potrebbe diventare un nuovo tormentone su Facebook è ancora l’assessore del Pdl Stefano Clerici, che già aveva creato scalpore, per la sua opinione politicamente scorretta, sul caso Sira. Questa volta Clerici, il giorno stesso della condanna del gruppo rock, ha scritto su Facebook: «Russia ultima Thule».

Che, nel gergo della tradizione della destra nazionale, potrebbe essere tradotto come «ultima salvezza».

Contattato telefonicamente, Clerici non nasconde di essere dalla parte di Putin. «Le Pussy Riot hanno profanato una chiesa – dice l’assessore – se avessero fatto la stessa azione in una moschea, non penso che sarebbero andate incontro alla stessa solidarietà internazionale. Le rivolte dei benpensanti mi fanno ridere, perché avvengono sempre usando due pesi

e due misure: in questo caso, dal momento che si tratta di una chiesa cristiana, le tre cantanti vengono trattate come eroine. Se l’avessero fatto nel luogo di un’altra confessione, sarebbero state condannate da chi oggi le difende. Questo perché il cristianesimo viene trattato da religione di serie B da certi ambienti politicamente corretti».

Mentre Clerici, seppur sottolinei che «effettivamente due anni di prigione sono eccessivi», concorda su un punto con la giustizia russa: «Il reato c’è stato e chi come me è credente non può non sentirsi offeso dal loro gesto».

L’assessore fa un passo ulteriore: «Non solo hanno dissacrato una chiesa. Ma il loro gesto è stato quasi sicuramente orchestrato da determinati gruppi internazionali, che hanno come obiettivo delegittimare Putin».

e.marletta

© riproduzione riservata