VARESE Ha patteggiato una pena a 3 anni e 2 mesi Massimo Ravasi, il barman del Barkley bar arrestato lo scorso aprile con l’accusa di spaccio. Il patteggiamento è stato ratificato ieri mattina. L’arresto aveva fatto scalpore in città; il Barkley di via Puccini è infatti un locale estremamente noto e alla moda. «Ben frequentato», raccontavano i residenti in zona dopo il sequestro. Il titolare del locale era totalmente estraneo alla vicenda; tutto sarebbe stato gestito da Ravasi in proprio approfittando del suo lavoro che lo metteva a stretto contatto con il pubblico.
Da barman, tra un coktail after dinner e un aperitivo, Ravasi avrebbe servito anche della cocaina. Per settimane gli inquirenti avevano osservato uno strano via vai davanti al bar. Quindi avevano fermato una ragazza che aveva ammesso di aver acquistato droga da Ravasi. Ed era scattato l’arresto anche per il barman.
Ieri mattina il patteggiamento. Subito dopo il blitz delle forze dell’ordine i varesini si erano molto stupiti. Tutti avevano notato uno strano via vai davanti al bar. I clienti, frettolosi, parcheggiavano l’auto, talvolta anche in doppia fila, entravano nel bar e ne uscivano dopo pochi istanti ripartendo. I testimoni di questo sospetto via vai hanno parlato di varesini doc, di quelli insomma «appartenenti alla Varese bene». Nessuno straniero, tutti italiani ben vestiti tra i quali anche qualche professionista «di una certa età». Nessuno, però, avrebbe mai sospettato quanto poi emerso dalle indagini. Ravasi avrebbe gestito il giro in solitaria; nel senso che il titolare del locale era completamente all’oscuro del traffico. I clienti del bar erano anche quelli del barman; o quanto meno lo erano alcuni. Il lavoro di Ravasi, del resto, gli permetteva di avere contatti con molti, prendere ordinazioni di diverso tipo e poi consegnare la droga al cliente di passaggio. Un sistema quasi perfetto. Le indagini svolte hanno però lasciato poco spazio ai dubbi. La
testimonianza della ragazza arrestata prima di Ravasi lo avrebbe inchiodato. La donna avrebbe ammesso di aver acquistato la droga proprio da lui. Il giro d’affari del barman pare fosse consistente: i clienti andavano e venivano e tutti saldavano il conto. Trattandosi per lo più di persone benestanti, non lasciavano conti in sospeso. Il locale, dopo l’iniziale sequestro, è tornato poi a lavorare, come è giusto che sia dato che il titolare era assolutamente estraneo ai fatti. In sospeso resta la posizione della donna arrestata prima di Ravasi e poi subito scarcerata data la collaborazione alle indagini. A sua volta dovrà affrontare un processo per aver acquistato droga con finalità di spaccio. Ravasi ieri ha chiuso i conti con la giustizia patteggiando la pena; l’esito del patteggiamento non potrà infatti essere impugnato in alcuna sede. Da capire chi rifornisse il barman di droga poi ceduta alla Varese bene che si fermava un attimo in via Puccina a bordo di belle auto per ritirare la merce e saldare i conti.
e.marletta
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